Grande successo di Luigi Fracasso in Messico

Sa travolgere, prenderti, scuoterti. E quando pensi che ti abbia svuotato, ti ha arricchito di dolcezza e dolore. Vita. La musica ha un potere unico e lo sa bene il pianista galatinese Luigi Fracasso che il 26 settembre scorso insieme all'Orquesta Sinfònica del Estado de México, nella Sala Felipe Villanueva di Toluca, ha eseguito il Concerto n.3 Op 37 di L. v. Beethoven.
In attesa di ponti, pontifichiamo sulle attese
Credendoci poco, sperandoci meno. Prendiamola sul ridere per evitare di piangerci addosso. Ma la questione è seria, così tanto che per affrontarla servirsi di uno strumento da bambini è la cosa migliore. I piccoli sono più attenti degli adulti, più sinceri, più affidabili. Avrei voluto prenderlo in mano io quel gessetto, disegnare io le strisce pedonali per terra. Poi però avrei dovuto sedermi lì, sull'asfalto già macchiato di sangue, senza lasciare più spazio alle promesse. Quell'incrocio va reso più sicuro. Bisogna fare qualcosa subito, senza mezzi termini.
È morta da un po', ma non le hanno fatto nemmeno il funerale
Troppa fretta, poco tempo. E non si riescono neanche ad organizzare le sue esequie. L'attenzione è defunta, pace all'anima sua. Ve ne siete accorti? Non solo quella che dovrebbe farci aprire gli occhi per strada, quando guidiamo o camminiamo, per evitare spiacevoli conseguenze. Qui il riferimento è ad altro. L'attenzione al prossimo prima di tutto. Ormai le nostre case sono piene di specchi. Esistiamo noi e solo noi. Chi ci è accanto spesso è solo un figurante, la "seconda scelta", un impegno da incastrare tra altre cose più importanti.
Silenzi del tutto nuovi

Le mani nella sabbia plasmano un delfino e una tartaruga. L'immaginazione crea forme. La realtà le deposita lì, accanto alle sculture. Concrete. Senza vita.
Come se la libertà avesse un nome e in un attimo lo avesse abbandonato tra le alghe. La morte di un gioco perenne tra suoni incompresi dall'orecchio umano e l'acqua purificatrice e misteriosa si presenta in tutta la tristezza che si porta dietro. Proprio dove i bambini giocano. Proprio dove i bambini smettono di giocare guardando senza parole quei figli del mare.

Tanti colori e un sogno

Il commento al bar dello sporadico curioso di turno che arriccia il naso davanti a qualcosa di insolito e si lascia scappare un "avete visto quello che hanno combinato i gay?" si è sciolto in meno di un secondo sotto un sole cocente che non ha intimorito i tanti cuori arcobaleno attaccati sul petto, sulle braccia, sui jeans.

Se trovi l'aquilone della tua fantasia...

Fermati, mondo! Hai lasciato andare la tua parte migliore! E adesso dove ti rifugerai quando avrai bisogno di innocenza e dolcezza? Sbatterai contro un vuoto inconcepibile e inafferrabile. E come lo spiegherai agli altri bambini? Ma loro superano le tue aspettative, scavalcano convenzioni e dolori e ti rispondono con la spontaneità della speranza. La gonfiano, come un palloncino, e la inseguono con le loro risate, i lacrimoni delle piccole delusioni, le mani che indicano sempre il cielo.

Orgogliosi di essere sul tetto(ne) del mondo?

Ascoltate! Lo sentite? No? Eppure è molto forte. È il silenzio dei "predicatori de noartri", quelli pronti a sparare ogni cartuccia a propria disposizione per criticare ciò che in maniera gioiosa e costruttiva cerca di smuovere le acque della routine e poi ammutoliscono davanti alle sfide peggiori lanciate al normale senso del pudore.

Che la vostra bestialità non abbia mai bisogno di aiuto

Una di quelle cose in cui porgere l'altra guancia sembra proprio impossibile. Soprattutto perché a perdonare dovrebbe essere qualcuno a cui la vita non ha risparmiato certo delle sofferenze. E l'uomo, proprio quello che si dice buono e dedito al prossimo, ha rincarato la dose.

La prossima volta una bella nenia, promesso. E musi lunghi, mi raccomando!

Quelle cose che nascono quasi da una casualità e che poi, quando qualcuno ti ferma per strada ringraziando per il regalo di quattro minuti e venti secondi di sorriso, ti fanno pensare di aver fatto qualcosa di buono. Il video "Happy from Galatina" che abbiamo voluto realizzare è stato ispirato da un principio un po' diverso da quello che guida le ormai note clip firmate dalla musica di Pharrell Williams.

Nel sogno di una libertà senza confini

A chi alla rappresentazione ieri ha prestato più di un orecchio distratto dal vocio e dai rumori della sala, quel flauto, quelle percussioni, quei violini, saranno rimasti dentro per tutta la sera, a cadenzare anche a sipario chiuso una memoria fatta di dolore e allo stesso tempo di speranza.  "Intorno a Brundibar" non è teatro.