Il sapore amaro della salsedine

Richiamo di sirene dal canto ammaliatore, calamita di cristallo. Mare, il tuo fascino non si adombra, neanche tra onde e marosi. Ma poi quasi ti ribelli a chi sfida la tua grandezza. E cala un velo nero su una domenica d'agosto. Coraggio o incoscienza? Forse solo animo generoso, di quelli che non guardano a sé, ma sempre al di là del proprio naso.

Morbosamente tristi

Dico lutto e penso al silenzio. Dico dolore e penso alle lacrime. Niente obiettivi che insistono su corpi senza vita uno accanto all'altro, niente flash che stordiscono smorfie di incredulità e sgomento accanto a bare poste come pezzi di domino. Abbattuti, uno dietro l'altro.
La tragedia in Irpinia è una pagina nera, l'ennesima, del libro delle assurdità che accompagnano la vita terrena.
A pochi giorni di distanza dal deragliamento di Santiago, torna prepotente lo strazio di ciò che "può succedere".

Io, me medesimo e il sottoscritto

Ego, per gli amici. Ammesso che io ne abbia. Mah, sì! In fondo come chiamereste la gente che mi circonda? Sono tutti amici, soprattutto se sanno come mettermi al centro dell'attenzione, se in qualche modo mi fanno sentire il bisogno che hanno di me. Ma all'atto concreto, che non mi chiedano di sporcarmi le mani! Che non mi riempiano di lamentele, di chiacchiere sulle difficoltà da affrontare. Tutti abbiamo dei problemi, ma io conto solo su me stesso.

Ho paura. Ho coraggio

Il coraggio non è degli eroi. Il coraggio è umile e silenzioso. Ha il profumo del mare, la consistenza del sangue, il rumore di una sciabola che taglia l'aria prima di affondare nella carne. Quelle ottocento teste mozzate non si aspettavano onori e gloria rifiutando di rinnegare Dio, di rinnegare se stessi. Il coraggio dei martiri idruntini oggi è santo. Anche ieri lo era. Senza folle di curiosi, di fedeli, di desiderosi di dire "io c'ero". Ad esserci erano loro, uomini e donne, davanti al patibolo a cui non si sono sottratti. Avevano paura? Certamente. Il coraggio ha paura.

E il piccolo Francesco incontrò "L'Uomo più semplice"

Voglio trovare un senso a un'emozione. Perché un senso, senza dubbio, in questo caso ce l'ha. È quello scritto negli occhi di Francesco, 8 anni; è quello scritto nel suo secondo nome, Vasco. Sì, Vasco, proprio come il cantautore emiliano.  È quello scritto in un incontro che è stato importante. "Desideravo tanto che mio figlio stringesse la mano a Vasco - dice Francesco Martines - per fargli vivere anche solo per un secondo l'intensità con cui questo artista ha segnato la mia vita. E' cresciuto con la sua musica. Ma l'incontro dal vivo è un'altra cosa.

L'unica domanda plausibile: perché guardare "Mistero"?

Uno scrittore colombiano ci mette in guardia: "Il mistero è meno inquietante del fatuo tentativo di eliminarlo attraverso spiegazioni stupide". Cosa si nasconderà davvero dietro le parole di Nicolàs Gòmez Dàvila? Forse è il caso di chiedere a Marco Berry, Jane Alexander, Lucilla Agosti, Andrea Pinketts e agli altri inviati speciali della trasmissione "Mistero" di Italia Uno. O forse è proprio al loro "improbabile mestiere" di sciogliere enigmi, che spesso tali non sono, che si rivolge il pensiero con cui apriamo queste poche righe.

Al cambiamento abbiamo messo i tacchi

Ma solo per declinarlo al femminile. L’energia e l’autorevolezza di Laura Boldrini non fanno di certo pensare a una donna delicata. Nè tanto meno a una mente che vuole nascondersi dietro i cliché che accompagnano il gentil sesso. L’ex portavoce dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati è stata scelta tra le fila di Sel come nuovo Presidente della Camera dei Deputati.

"Donne, prezzi d'occasione". L'occasione di rimanere bloccati

"Fino alle 9 tutto calmo, vista la pioggia. Poi la gente ha iniziato a confluire, ma senza particolari allarmismi per la circolazione". Non la pensano per niente come Antonio Orefice, comandante dei vigili urbani di Galatina, le centinaia di persone che hanno deciso, a questo punto coraggiosamente, di imbarcarsi nell'avventura del giovedì mattina, sperimentando la nuova ubicazione del mercato settimanale.

E poi? Sarà come morire

Rosso o blu,
marchiato dalle stelle,
il futuro è un tabù
e ne vedremo delle belle.
Volti di silicone,
vecchi come il sole,
ma lungi da me offendere un faccione
che in tv sfoggia gengive e mole.
Sorrisi di fregatura,
l'ennesima rifilata
a chi, forse per sbaglio o per paura,
un'altra chance l'ha donata.
E di regalo (folle) davvero si tratta,
ma le conseguenze di chi sono?
Che l'Italia sia contenta di essere matta
e abbia già concesso il perdono?
La verità è che siamo in balìa

Se tu oggi fossi qui..

Auguri, don Giuseppe. Cent'anni di confronto con la storia, una chiamata alla quale hai risposto con tutto te stesso quando eri in vita. Chiamata alla quale stai rispondendo ancora, lasciando in eredità a noi l'obbligo di costruire uno Stato che punti alla felicità dell'uomo.
Avrei voluto stringerti la mano e scorgere i conflitti del tuo animo sul tuo volto. Ma il tempo mi ha concesso modi diversi per incontrarti.