Io, me medesimo e il sottoscritto

Io, me medesimo e il sottoscritto

Ego, per gli amici. Ammesso che io ne abbia. Mah, sì! In fondo come chiamereste la gente che mi circonda? Sono tutti amici, soprattutto se sanno come mettermi al centro dell'attenzione, se in qualche modo mi fanno sentire il bisogno che hanno di me. Ma all'atto concreto, che non mi chiedano di sporcarmi le mani! Che non mi riempiano di lamentele, di chiacchiere sulle difficoltà da affrontare. Tutti abbiamo dei problemi, ma io conto solo su me stesso.
Non capisco perchè il Papa condanni tanto l'egocentrismo. Che male faccio a pensare a me? Dall'altra parte del mondo, dalla favela di Varginha, da un luogo di cui pochi forse conoscevano l'esistenza fino a ieri, il Pontefice ha spronato a non rimanere insensibili alle disuguaglianze.
Ma davvero crede sia possibile una cultura della solidarietà? Davvero pensa che la sensibilità umana possa prevalere sull'individualismo dilagante? Non riusciamo a creare empatia con chi ci è accanto quotidianamente, fuggendo a gambe levate da chi ci vuole bene più di quanto meriteremmo e ha bisogno di noi, come potremmo mai pensare a chi vive a migliaia di chilometri dalla nostra bella casa, dal nostro quartiere, dalla nostra città?! La sofferenza è filtrata dalla distanza e siamo per fortuna lontani dai piagnistei per cui sarebbe obbligatorio tapparci le orecchie.
Io, me medesimo e il sottoscritto abbiamo sogni da coltivare senza distrazioni di sorta. Sogni di realizzazioni personali.
Come dite?? Sto trascurando la parte bella della vita? E cosa c'è di più bello del trovare la propria strada? Condividerla? Percorrerla in compagnia? Nella gioia di un aiuto reciproco ad affrontare la vita? Qui stiamo delirando...

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