Malati di fobia

Malati di fobia
Ci dicono che in Africa stanno morendo di ebola..Vade retro africano, portatore di malattie senza scampo! Ci dicono che un furgone bianco si aggira per il Salento in cerca di ragazzi da rapire..Ogni camioncino agli angoli delle strade diventa un potenziale mezzo di pericolosi malviventi! La prudenza, che dovrebbe accompagnare uomini e donne sempre, non solo in alcuni periodi storici, sta lasciando il posto alla psicosi.
E così, se una bambina di 3 anni torna da un viaggio in Uganda con i suoi genitori, la piccola viene subito accusata di essere un serio pericolo per i compagni di classe. "O lei, o gli altri" è la legge che le mamme hanno imposto all'asilo, costringendo Chanel (questo il suo nome) a non entrare in classe.
Premesso che sarebbe stato più giusto forse far rimanere a casa tutto il resto della popolazione scolastica, facendo una scelta, non imponendo una volontà, l'allarmismo scattato sulla base del nulla o di una paura è un'arma terribile per chiunque.
"Non c'era alcun motivo reale per poter solo immaginare qualche rischio - dice il papà della bambina - l'unica spiegazione è che venivamo dall'Africa. Ma l'Uganda non è un paese contagiato e comunque ho fatto fare alle mie figlie tutte le analisi necessarie a stabilire la loro totale buona salute".
Non possiamo vivere nel terrore che qualcosa di senza dubbio letale come l'ebola possa colpirci in qualunque momento, in qualunque posto. Dobbiamo sforzarci di razionalizzare la questione, di analizzare i fatti. E, magari, di spingere la ricerca a lavorare il più celermente possibile per trovare una soluzione per chi quotidianamente è davvero a contatto con il virus mortale.
Diciamoci la verità: il Terzo Mondo ha possibilità di essere preso in considerazione sul serio solo se Europa e America iniziano a muovere la propria sensibilità (e il proprio denaro) nella convinzione che i fratelli africani non sono poi così lontani.
Allenarci al buon senso, con le dovute cautele. E' quello che in fondo ci invita a fare la vita da quando apriamo gli occhi sul mondo.
Allora, poniamo la giusta attenzione a ciò che fanno i nostri figli, a chi ci circonda, ai luoghi che frequentiamo, ma non cerchiamo il pericolo anche dove non c'è.
La cronaca non ci risparmia mai fatti tristi e sconcertanti, ma non dobbiamo vedere apparire un serial killer in ogni vicolo, né un furgone bianco sospetto in tutti i posti della città.
La diffidenza è una buona compagna. Fino a quando non diventa fobia.