Due madri, un perdono

Quante ragioni abbiamo per chinare il capo? Questo mi sono chiesto osservando l’immagine delle due madri iraniane che si sono scambiate il loro dolore, in un abbraccio. Le ragioni della Pasqua  le troviamo nella quotidianità dei gesti di ognuno di noi. E ci sono gesti che meglio di altri rappresentano “l’exemplum , facendosi essi stessi narrazione, per il loro alto valore morale. Gesti che liberano risorse umane e morali, a tal punto da apparire i segni della speranza.

Che la vostra bestialità non abbia mai bisogno di aiuto

Una di quelle cose in cui porgere l'altra guancia sembra proprio impossibile. Soprattutto perché a perdonare dovrebbe essere qualcuno a cui la vita non ha risparmiato certo delle sofferenze. E l'uomo, proprio quello che si dice buono e dedito al prossimo, ha rincarato la dose.

La prossima volta una bella nenia, promesso. E musi lunghi, mi raccomando!

Quelle cose che nascono quasi da una casualità e che poi, quando qualcuno ti ferma per strada ringraziando per il regalo di quattro minuti e venti secondi di sorriso, ti fanno pensare di aver fatto qualcosa di buono. Il video "Happy from Galatina" che abbiamo voluto realizzare è stato ispirato da un principio un po' diverso da quello che guida le ormai note clip firmate dalla musica di Pharrell Williams.

Piazza San Pietro è in mano agli incivili

"Dicono di essere civili. Saluti. Antonio". L'e-mail arrivata in redazione ieri alle ore 16:57, oltre a queste sei parole conteneva due fotografie del sagrato della Chiesa Madre. Ad un primo sguardo superficiale quelle immagini non sembravano contenere nulla di strano. È bastato, invece, ingrandirle per notare quegli strani mucchietti di materiale dal colore indefinibile. C'è chi sostiene che siano alimenti misti (carne e verdure) per cani. Se così fosse l'affermazione di Antonio sarebbe decisamente condivisibile.

Piccole certezze

Abbiamo il governo, non sappiamo che governo sarà. Non conosciamo chi bleffa e chi gioca sul serio con le carte sul tavolo, non sappiamo se  qualcuno sta nascondendo l’asso nella manica. E in questo turbinio di venti, che potrebbero davvero scardinare l’albero maestro, il timone e tutto quello che serve a navigare, mi tengo stretta alle piccole certezze di ogni giorno.

"Ho visto il corpo femminile divenire un santuario"

 Cara Enrica, nel tuo sfogo tu proponi una serie di giuste osservazioni, eccellentemente argomentate, ma è stato il finale a farmi pensare un bel po’. Concludi dicendo Io non ci sto a far passare il mio corpo come oggetto sessuale. Non ci sto.  Giustissimo, ma rifletti su una cosa: se la foto che ti ha fatto indignare esiste, è perché qualcuno l’ha fatta, ma anche perché una donna procace se l’è fatta scattare.  E perché se l’è fatta scattare? Per soldi, perché fa la modella, perché compra il pane e il latte facendosi scattare (anche) foto di quel tipo.

L'uccello in gabbia o canta per amore o canta per rabbia

E se cantasse per idiozia? E se fosse per darsi un tono (che tono non è)? Ma di ben altri volatili stiamo parlando, non di quelli che usano il fischiettare per comunicare. E di altre gabbie. Mentali, strette al tal punto da far tirare fuori un sibilo urticante, non certo di richiamo. L'ennesimo troglodita passa accanto a una ragazza impegnata in una conversazione telefonica sul marciapiedi fuori dal proprio ufficio. Il sole l'ha invitata ad alzarsi dalla scrivania per prendere un po' d'aria. Classico braccio fuori dal finestrino di un Fiorino e fischio annesso.

Ostacoli mal segnalati sulla Galatina - Lecce. I Carabinieri di Maglie tamponano la situazione di pericolo

Alle ore 10:30 di ieri mattina  ho segnalato alle autorità competenti una situazione di pericolo sulla deviazione della ex-Strada Provinciale 362. Alle ore 19 di ieri sera nessun intervento era stato fatto e, quanto era facilmente prevedibile, era già probabilmente accaduto.  L'azienda che sta eseguendo i  lavori di sostituzione delle condotte di fognatura nera lungo la Galatina - Lecce ha, ieri, deviato il traffico su una complanare a sinistra in direzione del capoluogo.

Nacque sporco del sangue di sua madre

Come tutti i figli degli uomini, il figlio di Giuseppe e Maria nacque sporco del sangue di sua madre, vischioso delle sue mucosità e soffrendo in silenzio. Pianse perché lo fecero piangere, e avrebbe pianto per quest’unico e solo motivo. Avvolto nelle fasce, riposa nella mangiatoia, non lontano dall’asino, ma non c’è pericolo di morsi, ché la bestia l’hanno legata corta. (…) Giuseppe seduto sopra un sasso, ha il braccio posato sulla mangiatoia e sembra guardare il figlio.

Un altro luogo, un altro modo

Insegnaci a sorridere. Tu, che non lo puoi fare più. Tu, che troverai il modo di farlo ancora. Da un'altra parte. Lontano. Vicino ai cuori di un'intera città, la tua Galatina, che ti ha salutata sotto le lacrime del cielo, ininterrotte, e che vuole che Elena da oggi non inizi a diventare ricordo, ma continui a essere impulso forte di coraggio.