A Palazzo Orsini qualcuno non vede?

"Sono cinque anni che metto le foto di questo angolo giornalmente "violentato", inutilmente. Chi dovrebbe ascoltare pare che sia sordo, chi dovrebbe vedere pare sia cieco, speriamo solo che non ci truffino con qualche falsa pensione di invalidità". Alle 9:34 di oggi Salvatore Chiffi ha così commentato su facebook Lu pesce nu fete sulu de la capu, l'articolo che appare in apertura.

Breve e lungo quel passetto da Angelino a diavoletto

C’era una volta il pilota di una Ferrari che rischiava grosso per non aver pagato il bollo dell’auto. E non importava a nessuno se quella Ferrari aveva causato incidenti, calpestato prati, sgommato sulle paure di molti moltissimi. Fu il bollo che la fregò, perché nella vita, di certo, sicuro, ci sono solo la morte e le tasse. Cosa poteva fare, allora, il tizio con la Ferrari ferma ai box? Chiese un passaggio ad un suo vecchio amico, uno che non aveva molte pretese, né tantomeno una Ferrari. E quale poteva essere una buona macchina, che non facesse sfigurare il Ferrarista?

Aspettando un "cetriolone"
Almeno ci facciamo una risata. Almeno ci sorprendiamo. Perché poi, alla fine, di questo abbiamo bisogno. Di sorpresa. La "melanzana gigante", di cui si è parlato in questi giorni in queste stesse pagine, non è una notizia che cambia la vita e di questo diamo atto al signor Prontera che nella sua lettera ne critica l'effettiva importanza. Ma perché in tanti hanno preferito leggere dello strano evento agreste, trascurando discussioni sulla carta fondamentali per la quotidianità dei cittadini, ma di fatto nient'altro che noiose reiterazioni di beghe politiche?
Non c'è più tempo per le scuse

Si muore. A 100 anni è qualcosa che si attende. È l'unica strada che accomuna tutti gli esseri viventi. La differenza la fa la dignità con cui si abbandona questa vita. Quella che sulle spalle porta il peso di altre morti, è vita dignitosa? E se quelle morti non hanno avuto nemmeno il rispetto del pentimento, di che vita si può parlare? Non giudicare, se non vuoi essere giudicato. Ma arrabbiati davanti alla crudeltá. "Ch'assolver non si può chi non si pente", scriveva Dante. Ed Erich Priebke non sarà mai assolto. Neanche da morto.

L'essenziale

L'essenziale. Ciò che ti fa dire "Gesù Cristo ti ha salvato" e niente di più. Che ti ricorda che i ministri della Chiesa devono essere soprattutto ministri della misericordia. Non lassisti, ma neanche rigoristi. La loro missione è quella di annunciare questa verità di fede. Stop.

Un attimo, prima di domani

Pensi di fare una cosa? Falla, senza rimandare. Il pensiero si affievolisce se non gli si trova un posto preciso in cui attecchire. Ed è bello quando quel posto è una macchina in cui si prende e si va. Non è necessario il viaggio della vita. Basta concedersi quelle piccole cose che spesso si vogliono fare, ma a cui non si trova mai la motivazione giusta. Vedere una mostra di fotografia. Volevo fare semplicemente questo. Poco importa dover percorrere quasi cento km per andare a sbirciarla.

Il sapore amaro della salsedine

Richiamo di sirene dal canto ammaliatore, calamita di cristallo. Mare, il tuo fascino non si adombra, neanche tra onde e marosi. Ma poi quasi ti ribelli a chi sfida la tua grandezza. E cala un velo nero su una domenica d'agosto. Coraggio o incoscienza? Forse solo animo generoso, di quelli che non guardano a sé, ma sempre al di là del proprio naso.

Morbosamente tristi

Dico lutto e penso al silenzio. Dico dolore e penso alle lacrime. Niente obiettivi che insistono su corpi senza vita uno accanto all'altro, niente flash che stordiscono smorfie di incredulità e sgomento accanto a bare poste come pezzi di domino. Abbattuti, uno dietro l'altro.
La tragedia in Irpinia è una pagina nera, l'ennesima, del libro delle assurdità che accompagnano la vita terrena.
A pochi giorni di distanza dal deragliamento di Santiago, torna prepotente lo strazio di ciò che "può succedere".

'Cuccuvàscia' o 'Cuccuàscia'? L'importante è che voli

La prima persona a cui ho chiesto lumi è stato mio padre. U Cataninnu, 94 anni, figlio de u Remundino de l’Ossu e nipote de u Pippi de l’Ossu, titolari di una famosa putìa in via Orazio Congedo in cui l’unica lingua ammessa era il galatinese stretto, non ha dubbi. “Cuccuvàscia a Galatina ha la ‘v’ e non la sola ‘u’ di ‘Cuccuascia’ –è la sua perentoria sentenza che non ammette discussioni.

Quell'accampamento davanti a Palazzo Rizzelli

Il 29 giugno, alle ore 18, la tenda era una sola, a due passi dal busto di Pietro Siciliani davanti all’ingresso di Palazzo Rizzelli,  provvisoria sede della 64ma Fiera di Galatina. Con pazienza il Vigile urbano si avvicinò per capire chi fosse il proprietario. Arrivò subito un ragazzo, probabilmente senegalese. In un attimo la smontò. “Ti prometto che domani mattina alle 8 non ci sarà più” –promise all’agente.  Il giorno 30 alle ore 10:45 le tende erano tre (due montate ed una, sotto forma di telo, era appesa ad un albero).