Orazio Congedo, ‘padre amorevolissimo delle orfanelle’

‘Raro esempio di amore del prossimo’ e ‘padre amorevolissimo delle orfanelle’: questi gli appellativi indelebilmente incisi nel marmo, con i quali il 14 luglio 1886 la Congregazione di Carità di Galatina, che gestiva l’Ospedale e l’Orfanotrofio della Città, ha trasmesso ai posteri il ricordo di Orazio Congedo, nato a Galatina il 27 agosto 1793 da Giuseppe e Francesca Congedo.

Frammenti da Corte Vinella

Galatina - A differenza dei palazzi nobiliari, che solitamente ostentano la loro ricchezza formale direttamente su strada con portali, balconi o loggiati dal decoro esuberante, Corte Vinella quasi si ritrae timidamente a custodire i suoi tesori da sguardi indiscreti. Dal portale bugnato su cui aggetta un mignano pensile, si viene catapultati in un mondo fantastico e sognante, una sorta di corte dei miracoli.

I Castriota Scandembergh, duchi di Galatina

 Alcuni anni fa ho cercato di consultare presso la biblioteca “P.

A cento anni dall'Interdetto di Galatina

Caro Dino, fra meno di un mese festeggeremo la Resurrezione del nostro Signore Gesù Cristo, magari davanti "allu pecurieddru de pasta de mendula" e alla tradizionale "cuddrura", quest'ultima un tempo doveva essere consumata il dì di pasquetta. La Santa Pasqua per i galatinesi è stata sempre una festa molto sentita, con i riti della settimana Santa: in particolare la visita dei fedeli ai Santi 'Sepolcri' del giovedì Santo; ma il momento più atteso è al mattino del sabato santo con la suggestiva processione del Cristo morto.

U Nunnu Pippi Cuja e nui de 'rretu allu Rattulu

Caro Dino, ogni anno a Dicembre, nel periodo natalizio, ricordo piacevolmente una serata piovosa , nella quale fummo catturati da un racconto di vita vissuta da "u Nunnu Pippi Cuja". Questo galatinese doc, era l'ultimo figlio di una numerosa famiglia contadina, povera gente che ogni mattina all'alba iniziava una lunga giornata per la sopravvivenza, lavorando la terra.

“Iside a Lecce. Nuove scoperte nella città romana”

Il 7 dicembre scorso è stata inaugurata a Lecce presso il MUSA, Museo Storico-Archeologico dell’Università del Salento, la mostra “Iside a Lecce. Nuove scoperte nella città romana”. L’esposizione curata da Francesco d’Andria, ruota intorno all’evocativa ricostruzione dell’Iseo di Lecce, realizzata grazie al contributo del Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili di Puglia, Grande Oriente d’Italia Palazzo Giustiniani.

Quell'11 novembre di guerra

Caro Dino, quella mattina di giugno mia nonna Cristina aveva notato una vivace attività aerea nel vicino aeroporto di Galatina. Appena ebbe l'occasione chiese notizie al "trainiere", uscito dalla base militare e che dal mattino presto stava consegnando materiale edile. "È scuppiata a guerra!" -fu la risposta dell'uomo che, senza fermare il suo "traìno", continuò: "U duce ave dichiaratu guerra alla Francia e all'inglesi".

Le cinquecento lire di carta e il rapimento di Aldo Moro

Gentile Professore, ho letto con grande interesse la ricerca puntuale di Franco Martines riguardante la vicenda di Aldo Moro, ma non vi ho trovato (o mi è sfuggito) alcun riferimento ad una concausa che pure sembra aver avuto grande peso nella tragica fine dello statista di Maglie. Parlo della decisione di finanziare parte della spesa pubblica con l’emissione di cartamoneta (le 500 lire) sottratta al signoraggio di Bankitalia. Allego un link – uno fra i tanti che hanno dedicato spazio all’argomento – che reputo ben documentato, nonostante la forma italiana poco felice.

"Bacia e carezza per me tutti, volto per volto, occhi per occhi, capelli per capelli"

6 marzo 1978. La Securpena (struttura di supervisione delle carceri) segnala al Sismi che un ergastolano della casa circondariale di Campobasso, Cesare Ansideri, che aveva avuto contatti con alcuni brigatisti, ha rivelato che si sta progettando un attentato a “una grossa personalità di Roma”, allo scopo di ottenere in cambio la liberazione di alcuni detenuti politici. Il capo del Sismi, Santovito, non attiva i servizi, reputando Ansideri inattendibile. È stato solo un errore di sottovalutazione o un’omissione voluta?

Santa Maria del Tempio non è mai stata in Piazza Vecchia. Lo dimostrano i documenti

Sosteneva il compianto Donato Moro, riconosciuto esperto di fonti salentine, che qualora emergesse conflitto tra un documento comprovato ed una tradizione «non possono permanere incertezze di sorta: deve essere messa da parte la tradizione, anche se solenne per il suo protrarsi nel tempo»[i]. È proprio questo il caso della scomparsa chiesa di S.