Salvate il soldato Lapo

La storia di Lapo e del suo maldestro tentativo di giustificare con la sua famiglia  la cazzata del falso rapimento mi ricorda con nostalgia un episodio della mia infanzia. Metà anni 70: potevo avere non più di 8-10 anni e mio fratello maggiore non più di 12-14.

Chi Vince, chi perde?
Si è conclusa  finalmente la maratona  per eleggere il nuovo Presidente degli Stati Uniti d'America. Oggi sapremo chi vincerà e sarà il nuovo Presidente a stelle e strisce.Senza però attendere i risultati ufficiali e con un filo di presunzione, potrei affermare di conoscere già chi ha perso.
Raccolgo la ragionevole certezza dal serbatoio della pratica di quel paese frequentato per diverse ragioni nel corso degli ultimi 20 anni (già 20 anni).
Errori che segnano e insegnano

Il 4 novembre 1918, precisamente 98 anni fa, a Villa Giusti, presso Padova, l’Austria-Ungheria firmò l’armistizio con l’Italia. La guerra era finita. Finalmente. La Grande Guerra (1914-1918) per il suo carattere “totale” e tecnologico, ha segnato una profonda rottura nei modi di vivere e nella visione stessa del mondo. Per la prima volta si entrava in relazione con una “mondialità” che i conflitti verificatisi fino a quel tempo non avevano mai conosciuto. Una mondialità fin troppo crudele, portatrice di sangue, distruzione, immenso dolore.

Natura: madre generosa o spietata matrigna?

La terra trema, ancora una volta. Sono appena le 7:40 di questa fredda mattinata del 30 ottobre quando, d’improvviso, a circa 8 km di profondità nella terra, si genera quell’energia meccanica pronta a segnare il destino di nuovi luoghi, di nuove vite; pronta ad incutere terrore, a risvegliare negli animi sentimenti di disperazione. 6,5 la magnitudo registrata, un’intensità che spaventa, mette i brividi. Forti boati, bruschi movimenti del suolo, edifici crollati, gente che atterrita si aggira per strada come a cercare rifugio da una natura ostile, minacciosa.

Il desiderio di “infinito” come antidoto alla “noia” dei nostri giorni

“Il forse è la parola più bella del vocabolario italiano, perché apre possibilità, non certezze. Perché non cerca la fine, ma va verso l’infinito.” scrisse Giacomo Leopardi.

Prima di un ago nel braccio

Caro uomo che attraversi la mia vita, cara donna che incroci la mia strada,
quante volte mi hai guardato come se avessi qualcosa tra i denti? Te ne accorgi, stai davanti a me, la vedi. Fai finta di non badarci, ma mentre ti parlo l'occhio cade proprio lì. Non sai cosa fare, non sai se dirmelo o continuare a far finta di nulla, ma il tuo sguardo ti tradisce, tradisce la tua incapacità a essere o dentro o fuori. Ti fa quasi ibrido, un po' a disagio e un po' in fondo cosa mi importa?

Parlavano alle pietre

Queste riflessioni hanno un limite: non traducono il silenzio ed il dolore che solo chi ha vissuto la tragedia del “naufragio di terra” (come racconta Erri De Luca) può con verità proporre. Non possono le mie parole rappresentare i sentimenti di chi, quale “naufrago”, è sopravvissuto o si è lentamente spento in un buio polveroso.

Binari paralleli

C’è un punto in fondo a due binari, lungo quella prospettiva che tutti possiamo cogliere quando li fissiamo all’infinito, in cui tutto si conclude. Quel punto afferma che due linee parallele si incontrano. Contro ogni logica, quel punto racconta del nostro inconsapevole “fine corsa”.
Ci racconta come nelle quotidiane gioie e solitudini le nostre vite scorrano, ed attendano e s’incontrino a volte lungo una “direzione ostinata e contraria” (cit).

Un ventisettesimo posto che sa di vittoria

Dicono che da oggi in Italia siano riconosciute ufficialmente certe coppie.
Quali coppie?
Dai, lo sai. Quelle non proprio legittime.
Beh, se c'è una legge, lo dice la parola, sono legittime.
Mi hai capito. Le coppie gay.
Ah, davvero?
Sì, pare che la Camera abbia approvato. Da oggi si cambia.
Era ora, mi viene da dire.

Puntare alla vetta più alta

Ho sempre pensato che l'unione fosse qualcosa da respirare, percepire, sentire. Che i cinque sensi ed il sesto bastassero per gridare al mondo:" Qui siamo stretti in un unico abbraccio. Io ci sono.  Noi ci siamo!". Ma è bastato sporgermi dal balcone del mio corpo sul giardino della vita "vera" per capire che molto spesso per influenzare l'altro da noi non bastano le nostre intenzioni. Piuttosto esse vengono travisate e portate a favore di pensieri di collisione e collusione.