Il mistero radioso di una Madre

Madre, lasciati guardare, anche da chi di solito non ti vede. Riempiti di luce e gioca con l’ombra, perché il mistero che racchiudi possa rimanere tale ed essere scoperto solo dagli animi che vogliono oltrepassare davvero la tua soglia.
Quest’anno sei senza i colori della festa a indicare la strada al pellegrino che idealmente veniva accompagnato a salutare i santi e a immergersi nella sacralità del tuo ventre di arte e spirito. Ma hai il tratto marcato di un chiarore nuovo e affascina il tuo irradiare quasi un’energia di speranza.

Eclissi di Luna

C’è stata una volta un’eclissi di Luna senza ritorno, un’ombra perpetua che al cielo ha tolto per sempre quel bottone lucente. Ma in realtà al cielo non ha tolto nulla, anzi. Gli ha donato per sempre un astro visibile solo da quell’altrove che per noi è mistero incomprensibile.
C’è stata una volta un’eclissi di Luna che ha spento la musica, ha appeso punte e tutù al chiodo, ha inondato di silenzio le strade.

Un reciproco incoraggiamento a lottare per la vita

C’era la luna. E c’era l’aria secca e fresca. E un pezzo di cuore idealmente donato alla trincea. E una lacrima che inumidiva la mascherina in ogni volto contrito e stanco.
Da un lato infermieri, medici, tute di protezione e camici di ogni colore, dall’altro idealmente tutta la città di Galatina, commossa e grata per il lavoro straordinario e difficile che il suo ospedale sta facendo.

Una responsabilità che parte dal cuore

Se ti viene da piangere, fallo. In quelle lacrime c’è la fragilità di una donna forte. E noi di te amiamo la caparbietà, la professionalità, il modo incredibile con cui ti prendi cura di tutto e di tutti, ma ci aspettiamo anche il momento in cui la croce ti fa piegare le ginocchia ed è in quell’istante che siamo tutti accanto a te, a stringerti nell’abbraccio della gratitudine, capace di farsi sentire anche da lontano.

Tutti lì, in quel silenzio

Quando tutto finirà, avremo il ricordo del silenzio. Della morte, nelle bare accompagnate solo dalla preghiera, senza nessuno accanto. Di Piazza San Pietro a Roma, dolorosamente vuota sotto gli occhi preoccupati e speranzosi del Papa. Di oggi, nel minuto in cui l’Italia intera si è stretta nel lutto attraverso le fasce tricolore sul petto di ogni Sindaco e le bandiere a mezz’asta sopra i portoni dei Municipi.

Coronavirus, quando respirare non è più così scontato

La sensazione è quella di avere un coltello nei bronchi”. Luigi Rizzo, 40enne fisioterapista di Galatina, parla da un letto dell’ospedale di Ferrara. Lì è ricoverato da qualche giorno. Lì ha scoperto di essere positivo al covid 19.

Coronavirus, il domani dilatato

Coronavirus, tra opinione e verità

Nella rete dei “secondo me” e del turpiloquio i fatti fanno fatica a sbrogliare i nodi e al Coronavirus viene consegnato un palco dalla risonanza ampissima come quello dei media e dei social. Peccato che a rimbalzare sia raramente il buonsenso.

"Stavolta ci hai proprio spiazzati"

Sarebbe stato un pesce d’aprile epico, di quelli a cui si abbocca senza farsi domande. Di quelli acri, assurdi al punto da sembrare reali, di quelli che piacevano a te. Ma ieri era il 7 gennaio e in agenda avevi già tante riunioni e tanti incontri per progettare un 2020 che avesse il sapore del cambiamento, ma sempre all’insegna di Galatina. Allora nessuno scherzo.

Un anno di (at)traverso

Qualcuno dirà che è stato proprio un lungo boccone amaro, di quelli che ti si fermano in gola, che ti fanno affogare a tal punto che in quella tosse stizzosa ci si perde, come se non ci fosse più nulla da fare. Insomma, un anno di traverso che non saranno certo le bottiglie stappate a mezzanotte a cancellare.