Buttate il cuore in mezzo al bianco

Sentitevi bambini o sentitevi poeti, ma lasciate che il silenzio vi stordisca e vi faccia innamorare di quello che di solito non vedete. Perché il bianco esalta i sorrisi e dà luce alla natura, anche coprendola sotto una coltre di neve a noi sconosciuta e magica.
Sentitevi fuori dal mondo, ma non dimenticate mai dove siete. Guardate gli ulivi, le viti che graffiano l'aria, guardate il ficodindia, quel muro diroccato e quei binari che puntano all'orizzonte. Scavate nei ricordi, voi che ne avete, e vi accorgerete che raramente sono stati così.

Tumore, non è ancora finita

No, la sua vita non è stata spesa alla lotta, ma alla speranza. Un fatto curioso per un uomo di scienza che del pratico fa solitamente la sua quotidianità. Umberto Veronesi ha rivoluzionato il modo di curare i tumori, credendo fin dalle prime intuizioni di poter fermare i trattamenti eccessivi che devastano corpo e mente nel contrasto alla malattia per puntare alla qualità della vita come principio imprenscindibile.

Tonino, che sognava un mondo migliore

Un cappello, gli occhiali sulla punta del naso e via, pronti a salvare la Terra. Ha purtroppo lasciato a metà la sua opera Tonino Baldari, l'artista e attivista galatinese spentosi a 60 anni per un male che non gli ha fatto mai perdere il piglio della battaglia, pur costringendolo a letto nell'ultimo periodo.

“Pedalando per non dimenticare” fa tappa a Galatina

In sella a una bicicletta, il mezzo sul quale i bambini si sentono più liberi. Ed è per loro che Lorenzo e Lamberto sono partiti da Torino e stanno viaggiando per tutta l’Italia a bordo delle loro due ruote. Due persone cariche di forza di volontà, ma soprattutto due anime attive nel volontariato per UGI, Unione Genitori Italiani - contro il tumore dei bambini. Sono partiti il 15 maggio, facendo circa 200 km al giorno. Sabato 21 maggio, intorno alle 17, saranno in Salento e a Galatina, a ospitarli, ci sarà Fernando Masciullo.

E in un attimo sei davvero davanti a Gesù

Se esiste la macchina del tempo, di sicuro è custodita a Noha. Per tornare indietro di oltre duemila anni ci vuole un marchingegno fuori dal comune. O forse, a pensarci indietro, solo la buona volontà, l'impegno e la passione degli uomini e delle donne dell'oggi. Così si ricrea l'atmosfera della Nascita, nel vero senso del termine.La VI edizione del Presepe Vivente di Noha si presenta ancora più curata, più viva e più coinvolgente del solito.

Più plaid per tutti

Come si dice? “Mai potrai smettere di amare la terra con cui hai condiviso il freddo”. E, in effetti, smettere di amare il Cavallino Bianco non è cosa contemplabile da chi tanto ha sospirato per vederlo riaperto. Ma si faccia avanti chi si sente ancora i piedi e non ha starnutito almeno una volta uscendo dal teatro storico di Galatina ieri sera.

"Ho sentito un nitrito. Oh, se era melodioso quel nitrito"

Gli occhi dell'innocenza non ne possono avere ricordo, ma adesso potranno iniziare a crearsi un proprio prezioso bagaglio di emozioni da custodire e rivivere nel tempo.
Torna ad alzarsi il sipario del Cavallino Bianco e sembra quasi di sentire una musica di sottofondo, quella dei Veglioni della Stampa o del Veglionissimo Azzurro. Dal palco sembra quasi di avvertire la tensione di questo o quell'attore pronto chi a far ridere chi a far commuovere e dalla platea si scorgono ombre di coppie strette a sognare insieme.

Un sibilo multicolore per le strade del centro

Forse la prima domenica con tutte le caratteristiche di una tipica domenica di settembre. L'aria era quella della giornata in cui si cammina mano nella mano con la moglie o il marito, si inseguono i figli che corrono al sole, si ride al tavolino di un bar con gli amici. L'aria della famiglia. L'aria della piazza che ieri è stata incorniciata dalla bancarelle della Fiera del Fischietto.

Aspetta, ancora un attimo

Legno muto quello che ti nasconde ai nostri occhi gonfi. Eppure urla straziante il futuro che hai dovuto lasciare andare. Dente di leone che si perde nell'aria con le sue foglioline lanose, per poi posarsi lontano e riprendere il viaggio come desiderio soffiato via dalla speranza di chi lo scova.

Dalla leggenda alla realtà

"Allora il re e la popolazione si convertirono e il prode cavaliere uccise il drago e lo fece portare fuori dalla città trascinato da quattro paia di buoi". Una favola a lieto fine quella di San Giorgio. Una favola che riemerge nella memoria dei ferraresi, che hanno festeggiato il proprio patrono, e crea l'atmosfera per la proposta progettuale che Sandro Cacciatore, laureando galatinese, ha presentato con l'associazione Stileitalico nel pomeriggio di martedì scorso proprio a Ferrara.