Quattro i libri di poesie che nel tempo Daniela D’Errico ha pubblicato con cadenza quinquennale. Il quarto Poesie del più e del meno (Manni 2023) giunge in ritardo ostacolato, come tutto, dalla pandemia. Ed ecco che, chiamati ad offrire chiavi di lettura, una chiave si impone con forza ed è “poesia” la “tanto amata” da Daniela.
I testi ora posti all’inizio quale epigrafe per giustificare il titolo “Ti dico/ Attento alle mie strofe/ se le leggi./ Ingenuità ingannevole di bimbo./ Semplicità di note solitarie in un accordo./ E’ come colloquiar/ del più e del meno./ E adesso basta / se no ti dico troppo.”… ora alla fine quasi postfazione “Far della vita versi…” dicono poesia.
Ma entrare nella poesia di Daniela D’Errico è cogliere e sperimentare la leggerezza come reazione al peso di vivere alla maniera di Calvino nelle sue Lezioni americane, date nel 1985, per accompagnare la letteratura a varcare il nuovo millennio divenendo contemporaneità. Quella leggerezza che consente di dare all’insostenibile peso della vita immagini fatte di sole, di mare, di vento, immagini di “salenti inopinabili”, immagini di amicizia, amore, famiglia, immagini di vita alle quali è stato sottratto il peso, sicchè la leggerezza diviene valore, cifra poetica. Ed allora si fa strada una poesia libera da intellettualismo ridondante, alla ricerca della parola esatta che puntualmente dica ciò che l’anima suggerisce appena. Una poesia non per addetti ai lavori che volutamente esclude, una poesia difficile, ma una poesia godimento del bello alla cui fruizione sono ammessi tutti.
Una poesia gioco in cui il giocatore fa parte del gioco… belli i tre capitoletti Poetare insieme il primo Io e Luciana per Andrea Ascalone parte del gioco “se strizzo gli occhi vedo/ la banda col suo oro/ mi ninno nel trombone/ sguscio dal clarinetto/ da dentro i piatti schizzo/ sopra la cassa armonica…” … bellissimoooooo! Il secondo Io e mio padre e il terzo Le quattro stagioni Io e Vittoria. E in queste pagine decollano i ricordi. Un libro magico, questo piccolo libro, che asseconda e non si impone al lettore, leggerlo è sperimentare ogni volta percorsi nuovi, esso docile si abbandona nelle nostre mani lasciandosi decodificare e ricreare nel miracolo bello della polisemia del testo. E la poesia sarà gioco della comunicazione, sarà arte del fare, sarà poesia nella quale un po’ per volta cresce la consapevolezza ed il trascorrere dell’autrice dal territorio dell’infanzia a quello della maturità dichiarata, accettata, raggiunta insieme ad un linguaggio che cresce in ogni suo elemento, poesia come eco dei grandi.
Poesia con il suo ritmo che oscilla tra endecasillabi rivisitati e settenari allegri, sino ai versicoli ungarettiani, ai righi vuoti ed alla eliminazione della punteggiatura. l’estrema libertà della poesia contemporanea oltre le avanguardie, rime sparse, idilli ciascuno con la propria avventura storica, allitterazioni, assonanze… poesia da leggere, poesia da amare.