"Volare a cavallo del suo papillon farfalla cogliendo il dolce che la bellezza sa offrire"

Un ricordo di Philippe Daverio scritto dall'assessore alla cultura dell'amministrazione di Cosimo Montagna

"Volare a cavallo del suo papillon farfalla cogliendo il dolce che la bellezza sa offrire"

Inaspettatamente cala il sipario sulla vita di Philippe Daverio uomo di passione e di spettacolo, di arte e di divulgazione, capace di parlare a tutti, di affascinare tutti, certamente di superare l’indifferenza e la supponenza di alcuni, di volare a cavallo del suo papillon farfalla cogliendo il dolce che la bellezza sa offrire.  E così continueremo a pensarlo! “Santa Caterina una meta leggendaria… ed ora vi spiego perchè” aveva detto… e bastava che lui dicesse questo perché il 1° Weekend Orsiniano, quello del novembre 2014, decollasse e si potesse cominciare a sperare per Galatina, la bella addormentata dello sviluppo e della promozione delle sue bellezze.
E furono tre giorni memorabili di quelli che caratterizzano una amministrazione quella del sindaco Cosimo Montagna, sensibile ed attento alla cultura! Il primo weekend, appuntamento annuale di studio sulla Basilica di Santa Caterina d’Alessandria e sul tempo degli Orsini in sinergia con università, istituzioni culturali, associazioni e semplici cittadini. Basta andare alla ricchezza messa in campo per ricordare quanto la collaborazione realizzata abbia prodotto in quella circostanza e per un anno ancora – il 2° Weekend Orsiniano con Gad Lerner - nella speranza poi che qualcuno sapesse dare continuità agli appuntamenti in onore della santa riferimento di fede e religiosità popolare con la sua antica fiera degli animali domestici.
Per chi volesse ripercorrere l’intensità delle giornate restano le tante pagine scritte in quei giorni e tra queste la gustosissima veloce cronaca del direttore di Galatina.it  che affiancando la visita di Philippe Daverio riconsegnava sensazioni e reazioni vivide e immediate, ed anche in me il pensiero corre alla sfilata dei cavalli in piazza Alighieri ed all’entusiasmo dell’ospite “cavallaro” che garantì che tale bellezza e prestanza era collocabile in regioni tradizionalmente note per l’allevamento dei cavalli.
Ci mancherà, pure non finiremo di rincorrerlo nelle tante registrazioni di programmi ed interventi archiviati, perché sarà bello ritrovarlo e risentire la sua erre moscia, la sua gustosa narrazione che ci consegna una lettura meno marginale e provinciale dei nostri meravigliosi cicli d’affreschi, una lettura che scompagina i piani di matrici culturali e maestranze fondendo nord e sud, oriente e occidente, favolosi. Grazie Philippe, grazie per il tuo contributo ai nostri sogni!

Philippe Daverio, i libri i cavalli (24 Novembre 2014)