“I preadolescenti ed il problema religioso"

Si riporta qui di seguito l’articolo scritto da una ragazza tredicenne e pubblicato in “S. SEBASTIANO”del dicembre 1975, numero unico stampato in ricordo della benedizione che, il  22 novembre 1975, era stata impartita dal Cardinale Ferdinando Antonelli alla prima pietra dell’erigenda Chiesa S. Sebastiano, che sarebbe stata sede definitiva dell’omonima Parrocchia. Questa, istituita con Decreto 1° dicembre 1970 dell’Arcivescovo di Otranto, era stata provvisoriamente allogata  nella Chiesa di S. Lucia.

Professori e Alunni Del Regio Liceo – Ginnasio “P. Colonna” di Galatina caduti nella Grande Guerra 1915 – 1918

Il 24 maggio 1923 in onore dei professori e degli alunni del Liceo-Ginnasio di Galatina, morti nella Grande Guerra,  venne inaugurato un monumento, murato sulla facciata ovest dell’ex convento dei P.P. Domenicani, attualmente ‘Palazzo della Cultura’, che all’epoca era la sede dell’Istituto scolastico. Detto monumento consiste in un’artistica targa di bronzo, circondata da tre lapidi marmoree.

Asl e telefoni comunali uniti per complicare la vita dei galatinesi

Caro Dino, mi è gradito renderti partecipe della “soddisfazione”, provata da me nel giro di pochi giorni, in virtù di due prestazioni, una della A.S.L. – Lecce e l’altra del Comune di Galatina, di quelle riservate ai cittadini che pagano le tasse. Il 2 marzo u.s., fornito di ricetta medica, mi sono recato nel poliambulatorio di via Roma e allo sportello del C.U.P. ho chiesto una visita diabetologica differita (cioè da effettuarsi entro breve tempo).

Il tributo di dolore dei galatinesi alla Grande guerra

Il 5 novembre 1918, cioè il giorno successivo alla fine delle ostilità, così scriveva Benedetto Croce: « Far festa perché? La nostra Italia esce da questa guerra come da una grave malattia, con piaghe aperte, con debolezze pericolose nella sua carne, che solo lo spirito pronto, l’animo cresciuto, la mente ampliata rendono possibile sostenere e volgere, mercé duro lavoro, a incentivi di grandezza.

Galatinesi caduti nella Grande Guerra

Fra le tante cause che favorirono la disastrosa ritirata dell’Esercito Italiano nella Battaglia di Caporetto devono essere considerate anche la paura e la frustrazione provocate in  tutti i reparti dalle perverse direttive sulla disciplina imposte dal Comandante Supremo, generale Luigi Cadorna. Questi, infatti, già il 19 maggio 1915, aveva disposto fra l’altro che gli ufficiali comandanti sarebbero stati considerati responsabili di eventuali atti d’indisciplina dei soldati, qualora avessero esitato ad applicare “estreme misure di coercizione e di repressione”.

Galatinesi caduti nella Grande Guerra

Nell’agosto del 1917 il generale Cadorna, che lungo il fronte disponeva di oltre mezzo milione di uomini e sul fiume Isonzo poteva contare su 3750 cannoni e 1900 bombarde, contro i 430 cannoni e i 1250 pezzi campali degli austriaci, preparava l’XI battaglia dell’Isonzo, della quale alle 5.30 del giorno 19  scattò l’ora zero.

Da "amministrazione del fare" a Giunta del "quieta non movere”?

Nel 2012 ho votato con fiducia per l’Amministrazione Comunale attualmente in carica, perché convinto che essa, operando nella legalità, sarebbe stata “un’amministrazione del fare”, e quindi capace di restituire a Galatina, almeno in parte, l’antico ruolo di “città”, il quale sembra ormai quasi del tutto compromesso. A distanza di oltre due anni ritengo, perciò, opportuno richiamare l’attenzione di detti Amministratori su alcuni argomenti ed emergenze, che indico qui di seguito, i quali meritano tutti di essere presi in considerazione con sollecitudine.

Galatinesi caduti nella Grande Guerra

La controffensiva austriaca e il grave pericolo corso dalla Nazione nel Trentino per la “spedizione punitiva” accrebbero il malcontento della classe politica liberale nei confronti dello Stato Maggiore e degli interventisti di ogni tendenza verso il Governo Salandra – Sonnino.

I galatinesi morti nella Grande Guerra

L’Italia era entrata in guerra in un momento favorevole per l’Austria-Ungheria e la Germania, le quali, vittoriose nella battaglia di Gorlice (5 maggio 1915), erano decisamente passate alla riscossa sul fronte orientale, cioè contro Russia e Serbia.

I galatinesi allo scoppio della Grande Guerra

La guerra dovrebbe essere intrapresa con forze adeguate alla grandezza degli ostacoli che si possono prevedere. Questa ‘massima militare’ di Napoleone Bonaparte, peraltro conforme al comune buonsenso, fu assolutamente disattesa da chi nel 1915 aveva il potere di decidere l’entrata in guerra dell’Italia.