Una tradizione decennale che si rinnova nel segno della periferia: a Galatone arriva il “Fuorifalò”, l’iniziativa pensata da un gruppo di giovani residenti del rione San Luca per far partire un ragionamento intorno al recupero dell’area, ed allontanarla dal degrado che a tratti la caratterizza.
La vigilia di Santa Lucia è da sempre cerchio rosso sul calendario, appuntamento con un sentito rito che rischia di scomparire: il tradizionale falò del 12 dicembre ha origini religiose, legate alla santa, al culto della luce (il progressivo aumento delle ore di sole comincia in quei giorni) e alla praticità, con gli scarti dell’appena conclusa vendemmia bruciati. Nel passato si trovavano ovunque, in paese, piccoli falò curati soprattutto dai ragazzini: le famiglie in difficoltà economica, per riscaldarsi, portavano in casa un po’ del fuoco acceso agli angoli delle strade. Un caloroso appuntamento comunitario.
Da ben 34 anni Luigi Giosuè Gabrieli, per tutti “lu zu’ Gigi”, sul groppone ben 78 primavere passate soprattutto a lavorare, e l’energia che tanti ventenni gli invidierebbero, tiene viva questa tradizione da indagare, riscoprire e approfondire: puntuale dà fuoco alle sue cataste, accumulate nei giorni precedenti e collocate in una piramide preparata con tecnica e scrupolo.
Quest’anno, noi gli diamo una mano: è pronto Don Angelo Corvo (parroco alla Matrice Maria SS. Assunta, che ha prontamente fornito il terreno per l’iniziativa) per il rito della benedizione del fuoco al momento dell’accensione, ore 20 in punto. A rendere vivo quel fuoco ci penserà lo storico e ricercatore Francesco Danieli: retroscena, storia, aneddoti, origini culturali – religiose e laiche – di questa usanza diffusa in tutto il Mediterraneo, raccontati dall’autorevole voce etnografica di del docente di Galatone.
Il resto della serata è nelle mani di due genietti locali: a pensare alla musica saranno Sonny Izk – risorsa oriunda del rione “San Luca” – e il suo socio, parabitano, Pieffe, che a colpi di vinili contribuiranno a tenere calda l’aria. A fare da sfondo il mercatino di realtà cresciute nel segno del radicamento al territorio e del km0, provenienti dai comuni limitrofi.
Può una periferia che tende al degrado – con tanti casi di difficoltà economiche e microcriminali – tentare di rilanciarsi? Secondo noi deve per lo meno provarci: stiamo mettendo a disposizione energie e tempo per dare il calcio d’inizio ad una costruzione partecipata e comunitaria del Rione San Luca. Accogliamo idee, considerazioni, progetti, braccia, capacità: cominciamo da qui.