Ci vorrebbe coraggio, caro Direttore, da parte di tutti i cittadini di questa città a chiedere di poter apporre un cartello sotto il nome della nostra città, proprio come quello già esistente all’ingresso di via Gallipoli dove leggiamo “OGM FREE”. Su quello che propongo dovrebbe leggersi: “ SLOT MACHINE FREE”.
Si, ci vorrebbe coraggio a gridare contro una legge ipocrita, che legalmente condanna solitamente le fasce sociali più deboli, una legge che approfittando di una stato di difficoltà rovina le famiglie che vengono sempre più spesso ridotte sul lastrico a causa della dipendenza dal gioco. Uomini e donne in preda ad un delirio, indotto, sia dalla percezione di poter risolvere facilmente i problemi economici, sia dalla distribuzione capillare sul territorio di queste macchine infernali.
Ci vorrebbe coraggio da parte di tutti gli esercenti di tabaccherie, bar, sale gioco ed altro a dire "no, io non baratto la vita delle persone in cambio di denaro".
Ci vorrebbe coraggio da parte di un’amministrazione ad utilizzare la diligenza del buon padre di famiglia per tutelare e difendere i propri cittadini, magari creando una rete di comuni salentini che aderendo al manifesto per la legalità contro il gioco d’azzardo facciano arrivare la voce sino a Roma ed al tempo stesso informino, con campagne dedicate, sui pericoli indotti dal gioco stesso.
Ci vorrebbe coraggio a chiedere allo Stato Italiano sulla convenienza a liberalizzare il gioco, per guadagnare circa 8 miliardi di euro all’anno, per spenderne poi 6 per curare i ludopatici e, magari, altrettanti, per combattere le mafie che sguazzano in questo business.
Ci vorrebbe coraggio, caro Direttore, ma chi ce l’ha questo coraggio?
Gentile Pierluigi, ci vorrebbe coraggio ma non basterebbe. La ludopatia è una 'dipendenza' come tutte le altre. Non basta reprimere per vincere. La vendita dei derivati della cannabis in Italia è ipocritamente proibita ma il consumo di hashish e marijuana non è vietato. Il risultato è che i nostri ragazzi per procurarsi una 'canna' devono rivolgersi agli spacciatori organizzati e diretti dalla malavita. Le Forze dell'ordine impiegano la maggior parte delle loro risorse e del loro tempo a indagare su piccoli furfantelli che vendono qualche grammo di 'marija'. Le carceri si riempiono di mini-spacciatori di 'fumo' e, dato il loro sovraffollamento, da dodici anni costringono la Corte di Giustizia europea a classificarci come un paese in cui si pratica la tortura.
Il proibizionismo ha fallito ovunque e in qualsiasi settore. Perché dovrebbe funzionare con le slot machine?
Occorre cancellare i modelli sociali che spingono ad affidarsi al 'facile' ed al 'proibito' quando diventa difficile o impossibile affrontare il mondo con la dignità di donne e di uomini. Sono gli esempi che contano. La responsabilità dei genitori è enorme in questa direzione, poi viene la scuola. La Chiesa fa quel che può. Le organizzazioni sportive aiutano.
Quanti libri ha letto mio figlio in questo mese? Quanto spesso i miei ragazzi mi vedono con un libro in mano? Quante volte ho accompagnato il mio bambino in biblioteca? So che a Galatina c'è una delle Biblioteche più importanti del Salento? Che domande sono queste? E che cosa c'entrano con la ludopatia?
Dalle risposte che ognuno di noi dà a questi interrogativi si misura la forza che abbiamo e che procureremo ai nostri giovani per vincere, in futuro, le battaglie che noi, oggi, stiamo irrimediabilmente perdendo. (d.v.)