Mu.Fo. è l'acronimo di Museo Fotografico. Da ieri mattina ha una sua sede permanente presso la Società Operaio di Mutuo Soccorso (SOMS) in via Umberto I a Galatina. Ad inaugurarlo sono stati, oltre a numerosi soci, il sindaco Fabio Vergine, Maria Cristina Rizzo, sostituto procuratore generale di Lecce, Antonio De Donno, procuratore generale a Brindisi, e Marco Papadia, presidente della SOMS (nella foto il taglio del nastro a più mani).
"Nell’evoluzione della Società Operaia di Galatina (dal 1879) -scrive Gianfranco Conese, curatore del MUFO-, non poteva mancare questa grande operazione di ricucitura e conoscenza degli ultimi 100 anni di vita ed oltre, della nostra cittadina presa come esempio negli ultimi trent’anni solo per il basso profilo politico e non per la vivacità dei suoi abitanti e per la sua immensa ricchezza culturale."
"Mi sono preso -spiega- insieme a tanti amici come Manola, Antonella, Rosalba, Antonio B, Luciano, il fardello di ricostruire la vita giornaliera dei nostri nonni e genitori, ascoltando racconti, episodi, e catalogando con date molto spesso approssimative fotogrammi di vita che profumavano di tanti ma tanti sacrifici , ma vite serene con una povertà spalmata e condivisa quasi con orgoglio e dignità, onestà e sacrifici; con tanti giovani con le mani già callose e bruciate dal lattice delle foglie di tabacco e dal sole e “dallu faugnu” il vento africano che ti toglie la forza e la mente. A raccontare queste cose oggi tra resorts, apericene e stuzzichini di pesce, sembra quasi di parlare di poemi omerici, con gli astuti Ulisse galatinesi costretti a lasciare le loro case e le fedeli Penelopi per addentrarsi tra le nebbie dell’ignoto tra la Valpadana, la Germania e la “Squizzera”. Fortunatamente il mediterraneo non l’hanno attraversato e così ci siamo risparmiati tante vedove."
"Quando ha tagliato il nastro -racconta Conese-, il primo cittadino era quasi commosso. Anche lui è un "uomo di strada". Nato a pochi passi dalla sede secolare della Società operaia, ha imparato a conoscere i vicoli e i budelli del centro Storico fin da quando bambino e poi ragazzo, pallone e scarpe de “pezza “infilava” pallonate tra muri vetri e portoni per quelle strade che per tante generazioni hanno rappresentato campi di calcio, di amicizie sincere e di sguardi voluttuosi ai balconi soprastanti." "Come me -chiarisce l'ideatore del Museo Fotografico-, l’uomo di strada è chi conosce un po’ tutti o meglio è amico di tutti. Solo così nascono storie, ricordi, fatti sensazionali e “Bbuttanate” che riempiono il cuore e possono creare anche il museo fotografico, dove volti ed immagini prendono un nome e una storia: un lungo filo che cammina si annoda, si dirama e coinvolge tutta la città come il bozzolo di un umile baco che crea un magnifico filo di seta chiamato Galatina. Facendola diventare unica."