Le rondini garriscono nel cielo del tardo pomeriggio galatinese, le pietre che rivestono le strade del centro antico sono ancora roventi. Il calore che deriva dal basolato rende affannoso il respiro e il passo. L’eco del grido di liberazione della finta tarantata è ancora vicino, sono passate solo poche ore dalla fine della solennità del Santo guaritore. Le stradine, già colme, i giorni passati di festa, di voci, camminate, saltelli di bimbi gioiosi e piagnucolosi, oggi versano nella solitudine amara dell’abbandono.