L’Università del Salento ha scelto di sostenere il progetto dei velisti Carmine e Vincenzo Vetrugno che, sul catamarano “Double Trouble”, viaggeranno dal Salento attorno al mondo senza scalo dal prossimo settembre 2023 a marzo 2024: un’occasione per parlare di ambiente e sostenibilità, valorizzare il ruolo in questi ambiti di UniSalento, raccontare un’esperienza umana che contribuirà a diffondere la cultura del mare. “L’Ateneo dei due mari” viaggerà così assieme ai due fratelli, che nel corso della circumnavigazione raccoglieranno campioni di plankton e neuston e dati chimico-fisici delle acque e dell’atmosfera (che saranno poi analizzati dai biologi marini del Dipartimento di Scienze e tecnologie biologiche e ambientali), e ne narrerà l’avventura attraverso i suoi canali istituzionali (sito web, social network, relazioni con i media, web radio di Ateneo) anche con il coinvolgimento degli studenti.
L’iniziativa, che gode del patrocinio della Provincia di Lecce e del Comune di Veglie, è stata presentata questa mattina dal Rettore Fabio Pollice, dal Delegato alla Comunicazione Stefano Cristante, dal Referente scientifico del progetto Genuario Belmonte e dai velisti Carmine e Vincenzo Vetrugno.
«Siamo orgogliosi di sostenere questo progetto che coniuga sport e ricerca e, allo stesso tempo, porta un messaggio di pace attorno al globo nel segno del rispetto per l’ambiente», ha sottolineato il Rettore Fabio Pollice, «Consideriamo Carmine e Vincenzo Vetrugno dei “ricercatori aggregati” in “missione” per la nostra Università. Con questa impresa possiamo portare simbolicamente nel mondo il nostro impegno per il benessere nel senso del “One Health”, benessere delle persone e dell’ambiente. Grazie a specifiche attività di orientamento, inoltre, diversi istituti scolastici saranno coinvolti in occasione delle tappe che precederanno la partenza e di quelle che seguiranno al ritorno del “Double trouble”. Un ringraziamento va anche alla Lega Navale Italiana per il contributo alla buona riuscita dell’iniziativa proprio nella fase di coinvolgimento territoriale».
Le tappe
Il viaggio si aprirà con “tappe di saluto” a Brindisi, Otranto, Gallipoli e Porto Cesareo, dove UniSalento e i fratelli Vetrugno presenteranno alle comunità locali l’ambizioso progetto, mentre lungo i trasferimenti intermedi un team di ricercatori addestrerà i velisti all’uso degli strumenti scientifici, che saranno poi adoperati in autonomia durante la spedizione.
Taranto sarà il porto di partenza e di arrivo; dopo l’uscita dal Mediterraneo attraverso lo stretto di Gibilterra, il “Double Trouble” effettuerà la rotta classica di un giro del mondo senza scalo, lasciando sul lato Nord i tre grandi capi Buona Speranza (Sud Africa), Leeuwin (Australia) e Horn (Cile) dell’emisfero australe.
Carmine Vetrugno, istruttore della Federazione italiana Vela con un passato in Marina Militare e anni di navigazioni sull’Amerigo Vespucci e sull’Orsa Maggiore, sarà lo skipper. Il “Double Trouble”, un catamarano di 14,84 metri, è stato progettato da Giorgio Bergamini e varato nel 1985. La barca, che navigherà per il Circolo Nautico l’Approdo (Porto Cesareo), è stata oggetto di un refit e di una messa a punto per renderla in grado di affrontare un giro del mondo alle latitudini australi, con un equipaggiamento cui UniSalento contribuisce.
Gli aspetti scientifici e di comunicazione
Come spiegato dal professor Genuario Belmonte, docente di Zoologia a UniSalento e referente scientifico del progetto, la superficie degli oceani è la parte più interessante, più estesa e più “estrema” dell’ambiente marino. È un ambiente chimico-fisico particolarmente severo per le forme di vita che si sono specializzate ad abitarlo, il cosiddetto neuston. Con la massima variabilità di temperatura (annua e giornaliera) che si possa incontrare in un ambiente marino, con la salinità che subisce intense variazioni nei giorni di pioggia o in prossimità delle foci dei fiumi, o con la presenza di radiazioni UV del tutto estranee nel resto della colonna d’acqua (perché assorbite dai primi cm in superficie), la superficie del mare rappresenta un vero ambiente “estremo”. Si somma la presenza del vento e del movimento ondoso, e infine la presenza umana che proprio sullo strato superficiale esercita la sua pressione diretta, con la navigazione, o indiretta con la produzione di sostanze e prodotti di rifiuto spesso galleggianti (plastiche o idrocarburi oleosi). Nonostante questo scenario, molte forme di vita e intere comunità hanno evoluto adattamenti per viverci e la loro presenza o distribuzione geografica sono governate da regole non del tutto note. Da qui l’interesse scientifico dell’Ateneo.
UniSalento ha messo a disposizione dei velisti l’occorrente per la raccolta di campioni e la sonda multiparametrica per la misurazione delle condizioni fisico-chimiche dell’acqua; saranno fornite da UniSalento anche la dotazione cartografica e l’antenna per le comunicazioni a distanza. Le analisi saranno poi svolte dai ricercatori dell’Ateneo, che valuteranno anche la presenza di microplastiche, e i risultati potranno essere pubblicati sulle migliori riviste scientifiche.
Sulla rivista “Thalassia Salentina”, la più antica di UniSalento, indicizzata Google Scholar e disponibile gratuitamente online, verrà pubblicato un volume speciale sull’intera impresa, che comprenderà un dettagliato diario di bordo tenuto dai naviganti. Su tale diario l’equipaggio potrà annotare, tra l’altro, avvistamenti di grandi oggetti galleggianti, luminescenze notturne, cetacei e uccelli marini, potrà raccogliere immagini, video e registrazioni audio: tutti materiali che, nel corso del viaggio, saranno oggetto di comunicazioni al pubblico a cura dell’Università.
Da segnalare che il giro del mondo porterà il catamarano vicino a punti strategici di interazione scientifica e sociale con UniSalento: l’arcipelago delle Canarie, sede di un grande progetto europeo di cui UniSalento è leader; e l’Università do Ceara in Brasile, convenzionata con UniSalento. Questi avvicinamenti potranno costituire occasione di promozione o collegamenti video con ricercatori di quei territori. I campioni verranno raccolti presso il Museo di Biologia Marina “Pietro Parenzan” di UniSalento, con sede a Porto Cesareo, per futuri confronti e a disposizione della comunità scientifica.
L’avventura sarà narrata attraverso i canali di comunicazione istituzionali dell’Università: è in preparazione un’apposita sezione del sito web, mentre foto e resoconti periodici saranno diffusi sui social network, con comunicati stampa e con “speciali” su SUR – Salento University Radio, la web radio di Ateneo, coordinata dal professor Stefano Cristante. In tutte le attività di comunicazione è previsto il coinvolgimento degli studenti.
Dettagli sulla raccolta del neuston
Campioni di neuston saranno raccolti giornalmente, a mezzogiorno e mezzanotte, ovunque l’imbarcazione si trovi. Il campionamento sarà effettuato con retino da plankton (vuoto di maglia, 200 μm) trainato per 15 minuti alla velocità di 2 nodi al massimo, sulla superficie dell’acqua in modo che l’imboccatura sia sommersa solo per metà. La velocità costante e il tempo di campionamento indicheranno la striscia di superficie oceanica che sarà stata interessata dal prelievo. Ciascun campione sarà raccolto e concentrato in un flacone da 50 cc direttamente in alcool etilico 99%. L’equipaggio valuterà l’opportunità di raccogliere materiale di dimensioni medie o grandi anche semplicemente per documentarlo fotograficamente.
La raccolta prevede un numero massimo di 360 flaconi di neuston da ogni parte del mondo, un’importante occasione di confronto tra giorno e notte. La partenza dall’Italia (Taranto) e il primo tratto oceanico in Atlantico, presumibilmente affrontati nei primi 25 giorni, una rotta ripercorsa anche al ritorno, sarà un’altra formidabile occasione di confronto stagionale (a 5-6 mesi di distanza) della situazione nelle stesse aree geografiche.
In corrispondenza di ciascuna stazione di campionamento si dovranno annotare i dati climatici e fisico-chimici dell’acqua riportati dagli strumenti di bordo, o rilevati con sonda multiparametrica (Temperatura, pH, Salinità).
I velisti
Carmine Vetrugno, 40 anni di Veglie (Lecce), figlio di pescatore subacqueo, è motorista navale, comandante di yacth da diporto, in servizio nella Marina Militare dal 2002. Imbarcato soprattutto sulle barche a vela della Marina, dal Corsaro II al Caroly, dall’Orsa Maggiore al Capricia al Palinuro, fino a quasi nove anni sull’Amerigo Vespucci. Ha avuto modo di navigare nel Mar Nero, nel Mediterraneo, nell’Oceano Atlantico e nel Mare del Nord. Dal 2021 è istruttore di vela d’altura di primo livello della Federazione Italiana Vela. Il “Giro del mondo a vela senza scalo” è «un sogno che finalmente prende forma e il catamarano “Double Trouble” ne è il traghettatore».
Vincenzo Vetrugno, 32 anni di Veglie (Lecce), sin da piccolo coltiva la passione del mare trasmessa dal padre. Terminati gli studi da perito elettronico, ha svolto servizio in qualità di nocchiere a bordo delle navi della Marina Militare per sei anni. Dal 2018 ha applicato le sue conoscenze tecniche e di navigazione nella realizzazione del progetto del giro del mondo, fortemente motivato «dalla ricerca dell’avventura marinaresca e dal valore della sostenibilità ambientale».