In occasione della Conferenza d’Ateneo dell’11 dicembre 2015, per la prima volta l’Università del Salento ha reso pubblicamente visibile la sua adesione al progetto nazionale “Un posto occupato”, che mira a contrastare la violenza di cui ancora troppe donne sono vittime: solo un segno rosso posto su una sedia vuota, a indicare che nel nostro Paese sono quasi 7 milioni le donne che hanno subito violenza, e tra queste solo l’11,8% ha denunciato.
L’Università del Salento anche in questa occasione promuove l’educazione e l’insegnamento alla civiltà attraverso percorsi di consapevolezza e riflessione, tanto più perché - come rivelano i più recenti studi sull’argomento - la violenza sulle donne non è solo quella legata a vecchi modelli di relazione e a tradizioni geograficamente lontane. Sconcertante è invece il dato che proprio i giovani tra i 18 e i 29 anni, quelli cioè che hanno gli stessi anni dei nostri studenti, mostrano un atteggiamento sensibilmente più indulgente nei confronti della violenza di genere rispetto ad altre fasce d’età. Per il 19% dei giovani è normale che un uomo tradito diventi violento e, peggio, per il 16% la violenza è dovuta “agli atteggiamenti esasperanti delle donne”. Ancora, il 35% preferisce relegare la violenza di genere a episodi domestici e il 20% individua nella donna le responsabilità delle violenze. È evidente che si tratta di risposte date senza pensiero.
Compito dell’Università è stato sempre quello di promuovere il pensiero e la riflessione, a cominciare dai giovani studenti. Affinché la quotidianità non li sommerga lasciando agire la violenza.
“Un posto occupato”, l'adesione di Unisalento
