Un attimo prima, un attimo dopo

Ovvero come il cielo ci dedica poesia e moniti

Un attimo prima, un attimo dopo

Quest'estate non mi sono ancora goduta un tramonto. Ma senza dubbio ho assistito a tanti crepuscoli, quelli in cui il fondo si apre a baratri anche più profondi.
Quando però la gente ha ancora voglia di alzare gli occhi al cielo, di lasciare che i colori parlino di speranza e raccontino di un giorno che non vuole finire, se non con uno spettacolo degno del più grande impressionista, allora credi che ciò che hai perso è più di un semplice tramonto.
Ieri in tanti si sono lasciati stupire dalla poesia che dall'alto recitava versi comprensibili anche a chi di poesia e di rime sa ben poco. La letteratura della fantasia e del sogno non ha regole da seguire, ma solo sensazioni da regalare a chi non vuole arrendersi.
Così lo squallore degli stupri i cui dettagli macabri e dolorosi rimbombano nelle nostre case in queste ore, con lo strascico di commenti incomprensibili e da caverna (e da taverna, con tutto il rispetto per le taverne), non è una realtà da accettare, ma un mostro che può essere abbattuto con la fermezza di una condanna senza sconti e senza vili accuse che vadano a bussare alle porte sbagliate.
Così la dolcezza di un attimo diventa ricchezza da stringere tra le mani che stringono a loro volta le mani degli altri.
Ieri in tanti hanno ringraziato il cielo di aver rammentato loro che nulla ci appartiene davvero e che il tempo è il bene più prezioso che abbiamo in dono, soprattutto se condiviso. Tutto può cambiare in pochi secondi. Un attimo prima c'è il rosso del fuoco che divampa, un attimo dopo il blu di un mare ancora da attraversare. Prospettive che mutano con il mutare dello sguardo e della consapevolezza. E mentre interpretiamo ogni sfumatura in base al nostro umore, al nostro essere, al pianto appena concluso o al bacio appena dato, il cielo recita il suo carme, ci rimprovera del veleno che ci iniettiamo a vicenda e ci spiega con la leggerezza di un pennello quanto sia straordinaria la vita che spesso lasciamo andare.

 

Nell'immagine, due momenti del tramonto del 30 agosto 2017, foto di Marta Palmieri - Galatina.