Una strage di pecore sarebbe stata compiuta un paio di settimane fa nella masseria Anchianà, un edificio abbandonato nelle campagne galatinesi quasi al confine con le vecchie piste dell'aeroporto 'Fortunato Cesari'. Tre cani randagi avrebbero attaccato il gregge nella notte fra sabato e domenica di fine settembre ma la notizia si è diffusa solo nei giorni scorsi. "Li ho visto aggirarsi in questa zona -racconta un contadino- due hanno il pelo rosso-marrone ed uno è nero. Sono di taglia piuttosto grande e fanno decisamente paura".
Le pecore uccise sarebbero state un centinaio e sarebbero appartenute ad un pastore di Copertino spostatosi in agro di Galatina alla ricerca di pascoli migliori. L'uomo aveva, a quanto sembra, ricoverato gli animali nella masseria, in attesa di riportarli nella sua stalla. Il mattino dopo avrebbe trovato la tragica sorpresa.
Se si tiene conto che il valore di mercato di una pecora si aggira intorno ai 150 euro e che, se l'animale è gravido, vale almeno 100 euro in più, il danno subito dal pastore copertinese oscilla fra i quindici e i ventimila euro.
Secondo alcune notizie apprese nell'ambito dei servizi veterinari della Asl di Lecce, in quella zona e lungo la strada provinciale 362 non sarebbero infrequenti episodi di attacchi di cani randagi alle greggi. Gli animali inselvatichiti non mangiano le pecore ma si limitano ad ucciderle, per lo più sgozzandole. Esiste un apposito ufficio della Asl che certifica l'avvenuta uccisione da parte di randagi attraverso la quale, poi, i comuni sarebbero costretti a risarcire i pastori.
Alcuni allevatori ricorrono anche ad assicurazioni private per coprirsi contro questo rischio.