“La maggioranza preferisce andare in ferie piuttosto che affrontare il tema del salario minimo che riguarda quasi quattro milioni di lavoratori poveri”: lo ha detto a Coffee Break su La7 il deputato M5S Leonardo Donno, componente della commissione Bilancio.
“Il governo fugge dalle proprie responsabilità. Invece di arrivare in commissione Lavoro con una proposta, rimanda. Ma l’unica da rinviare a settembre è la maggioranza che non ha la minima idea di come affrontare un problema così importante. Vivono scollegati dalla realtà. Di fronte al carovita, gli aumenti della benzina, l’aumento dei tassi dei mutui, tirano fuori la social card, una mancetta di 380 euro nemmeno per tutti, e dicono ‘no’ al salario minimo. Però prima di andare in ferie ripristinano i vitalizi agli ex senatori e mirano ad aumentare gli stipendi ai deputati. Dicono sì ai privilegi e intanto gli italiani fanno la fame. Il Movimento Cinque Stelle ha presentato in Parlamento proposte sul salario minimo dal 2013, accusarci di non esserci mai mossi sul tema significa non conoscere la storia. Fino a qualche settimana fa Meloni e i Fratelli d’Italia erano contrari a questa misura, poi è arrivato un sondaggio che vede favorevoli 3 italiani su 4. Ed ecco le aperture della premier, sui giornali. E intanto continuano ad alimentare la disinformazione, ma su questo c’è anche un po’ di ignoranza. Forse non sanno che in Europa, in 21 Paesi su 27 esiste il salario minimo e dalla sua introduzione i salari non sono diminuiti, anzi, il contrario. In Germania è stato introdotto a 8,50 euro l’ora, ora è a 12, e si sta discutendo per aumentarlo a 12,40. Dopo l'introduzione sono aumentati l’occupazione, i salari e il Pil. È inaccettabile che oggi nel nostro Paese ci siano lavoratori pagati 5, 6 o 7 euro lordi l’ora”.