"Si tratta di te"

La nevicata era stata così abbondante che neanche i più “vecchi” ricordavano una uguale. Guardavo dalla finestra la neve che pian piano copriva ogni cosa tutt’intorno, sino  a farla sparire. Le strade erano già un manto bianco tagliato solo dalle ruote di qualche bici che passava o attraversate dalle orme lasciate dagli scarponi di qualche passante infreddolito che tornava a casa.
Non tirava un alito di vento ed il cielo era di un grigio così chiaro che sembrava quasi alba.

Il caffè della giovinezza perduta

Ci trovavamo lì tutti i giorni, solita ora, un po’ prima di iniziare a fare i compiti e poi a compiti “finiti”. Prendevamo un “caffè”, una gassosa o un gelato e passavamo ore a parlare delle nostre giornate, dei nostri sogni, delle nostre avventure. Arrivavamo dalle case sparse tutt’intorno a quel caffè a piedi, era la nostra meta, il nostro svago, la nostra libertà.

Pensieri d'amore

Ho fatto colpo - ripetevo continuamente a me stesso. Avevo più volte incrociato lo sguardo di una compagna di classe che era seduta al banco sulla mia destra e la cosa non mi dispiaceva affatto considerato il mio nascosto interesse per lei. Anzi – mi facilita il compito - pensavo e nel frattempo inventavo frasi, parole e forze anche musica per dichiarare un qualcosa che andava oltre l’amicizia.
Non perdeva occasione per dirigere dal suo banco lo sguardo verso di me ed io mi scioglievo e un po’ mi  emozionavo.

Lo starnuto

La sala era gremita e quando presi la parola c’era un silenzio di tomba. Dovevo solo, facendo finta di non leggere gli appunti, parlare per una diecina di minuti, anche meno, dire delle cose che conoscevo benissimo ma che se fossi stato tradito dall’emozione, avrei letto e basta. 

Le ultime gioie

L’improvvisa preoccupazione di non aver più una “vita davanti”,  e che quindi non bisognava sprecare neanche un attimo, fece si che  molto spesso non cenasse, né pranzasse più a casa. Ogni volta un posto diverso, un luogo diverso, un sapore diverso, nei punti più strani e più lontani.

Per un po' o per sempre

-Vado per un po’ - mi disse abbracciandomi. Eravamo amici, ma che dico amici, eravamo fratelli, elementari, medie e superiori insieme. Per giunta vicini di casa e per giunta i nostri genitori amici. Poche volte avevamo avuto accese discussioni eppure eravamo così diversi. Io timido e noioso, lui sfacciato e divertente. A scuola più o meno gli stessi voti. Non era “bravo” nessuno dei due. Crescemmo così tra libri e pallone, canzoni ed illusioni in quella periferia del paese.

Le parole che volevi sentir dire

Si spense così, in un triste mattino di primavera. Un mattino che sembrava come tanti ma che modificò e non di poco tutti i giorni e tutti gli anni che seguirono. Stranamente quella mattina m’ero svegliato molto presto e molto presto ero uscito da casa. Quando mi chiamarono era tutto già successo, neanche il tempo di una parola, uno sguardo, un saluto.

La solita serata

A quest’ora avrei chiuso “bottega”, giusto pochi passi per arrivare alla macchina    e poi la solita strada, girando intorno alla villa, prima di andare dritto verso il Rione Italia. Passando avrei dato un’occhiata in qualche bar o a qualche vetrina ancora accesa. Durante il tratto di strada per arrivare a casa avrei sicuramente pensato – che ci sarà di buono da mangiare – oppure- che ci sarà in TV -.

Il desiderio del mare

Mi capitava di incontrarlo al solito posto, seduto su un muretto, sguardo rivolto al mare in “quell’ultimo sole” di un malinconico autunno che si spostava per lasciar passare un minaccioso inverno. Io ero lì per la stessa ragione, per godermi quei giorni di “ultimo sole”, seduto davanti a un bar a leggere il giornale, salutare qualche amico, chiacchierare. Di fronte a me quel signore, sempre con lo sguardo fisso al mare.

Ottant'anni

Mannaggia al tempo che passa, tra una settimana saranno 80 e sono certo che qualche persona aspetterà un invito, una telefonata. Ognuno mi porterà un pensiero, un pigiama, un gilet, un dopobarba o chissà  che, ed io dovrò preparare qualcosa, qualcosa da assaggiare, qualcosa per festeggiare. Poi la torta, otto candeline che spegnerò con un “solo soffio” e poi lo spumante, il rumore del “tappo”  sarà coperto dall’applauso di tutti i presenti e poi qualche lacrima e qualche parola per ringraziare per gli auguri e per i regali.