"L'assessore Minervini ha chiesto lealtà da parte di tutti nella valutazione del gasdotto Tap: la avrà. Analoga lealtà dovranno avere le istituzioni nei confronti della volontà del territorio e all'innovativa consultazione popolare che si sta sperimentando sul progetto". Ė questa la posizione espressa dal consigliere regionale Antonio Galati (Sel) durante il dibattito sul Trans Adriatic Pipeline. "Ottimo e innovativo il metodo della consultazione popolare - ha proseguito Galati - che dà attuazione all'articolo 2 della Costituzione, che sancisce l'importanza della partecipazione dal basso alle scelte, comprese quelle strategiche. Ma perché l'attuazione sia concreta e completa, occorre mettere in campo anche l'articolo 21, che sancisce il diritto all'informazione, in modo che la scelta del territorio sia libera, consapevole e non condizionata dai grandi interessi che ruotano attorno all'affare del gas: interessi legittimi, beninteso, ma che non devono influenzare i decisori pubblici".
Il consigliere regionale è intervenuto anche sul punto cruciale, che ha infuocato le polemiche nelle ultime ore, ovvero la collocazione del tubo. "È stato lo stesso country manager di Tap ad ammettere che le procedure seguite a San Foca furono sbagliate - sottolinea Galati - perché analisi e prospezioni furono effettuate in assenza dell'Arpa e sono quindi inutilizzabili. Eppure Tap oggi le utilizza proprio per giustificare la scelta di San Foca: una contraddizione inammissibile, che però rischia di produrre una lacerazione in uno dei punti più pregiati del paesaggio pugliese, in un'area del Salento ormai vocata al turismo e all'agricoltura, a differenza di altre aree regionali, già industrializzate. Non si tratta di sindrome Nimby - conclude il consigliere Galati - ma di rispetto verso la verità, un valore al quale tutti dobbiamo sentirci chiamati, senza guerre di campanile e senza genuflessioni a potentati economici o geopolitici".