"Mi è arrivato un pugno sullo sterno, ho sentito un dolore fortissimo e sono crollato a terra". Leonardo Donno, deputato galatinese del M5S, risponde in diretta alle domande di Lilli Gruber su La7.
Racconta di essere in fila al Pronto Soccorso dell'Ospedale Santo Spirito a Roma, in attesa di essere visitato dopo l'aggressione a base di calci e pugni subita nell'emiciclo di Monte Citorio.
Tutto era cominciato intorno alle ore 18 mentre alla Camera si discuteva sull'Autonomia differenziata. ll deputato del Movimento 5 stelle, compiendo uno di quei gesti pacifici e dimostrativi che talvolta si vedono in Parlamento, aveva aperto un tricolore ed era andato ad offrirlo a Calderoli. Il leghista si era ritratto mentre numerosi suoi colleghi si precipitavano dai banchi della maggioranza per aggredire Donno dopo che era già stato allontanato dai commessi.
Le scene che da quel momento si sono succedute (spinte, pugni, calci, invettive) sono indegne in ogni luogo ma diventano gravissime nel tempio della democrazia italiana.
"Ho subito chiamato mia moglie e mio figlio per tranquillizzarli" -assicura Leonardo Donno. Valuterò con i miei legali le azioni da intraprendere".
Intanto si aspettano i provvedimenti che la Presidenza della Camera dei Deputati dovrà prendere nei confronti dei responsabili della vergognosa aggressione.
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