Nel 2009 le realtà sociali dell’ambito di Nardò richiedono l’istituzione di uno sportello rivolto agli immigrati. Il piano sociale di zona recepisce l’esigenza e nel 2010 finanzia tre annualità con quasi mezzo milione di euro. Nei due anni seguenti nulla si muove nell’assessorato competente, mentre a Boncuri scoppiano le rivolte contro i caporali, che poi vengono arrestati dalla procura di Lecce. Solo alla fine del 2012 viene approvato un bando (per una sola annualità) e pubblicato tra Natale e l’Epifania. Dai primi di gennaio ad oggi il bando, finanziato con oltre 158mila euro per occupare otto specialisti qualificati, è rimasto nel cassetto dell’assessorato alle politiche sociali. Intanto a Nardò cominciano ad arrivare gli immigrati per la stagione delle angurie, mentre i giovani professionisti non trovano il lavoro per cui hanno studiato e emigrano al Nord.
"Difficilmente uno sportello di informazione, consulenza e monitoraggio avrebbe disinnescato l’esplosione della rivolta contro il caporalato -afferma Antonio Galati, consigliere regionale vendoliano-sicuramente, invece, avrebbe avuto due vantaggi. Il vantaggio principale sta nell’affrontare la situazione straordinaria di Boncuri non solo con la chiave dell’ordine pubblico, ma anche in termini di ricerca, prevenzione, servizi; anche perché parlare ancora di “emergenza” da fronteggiare tramite le forze dell’ordine per una situazione nota da vent’anni e finita sotto i riflettori da almeno cinque è vagamente paradossale.
Il vantaggio secondario sta nell’offrire a otto professionisti del territorio di Nardò e del suo ambito un’occasione di mettere a frutto i propri studi. Un vantaggio tanto più importante in un momento di crisi che vede impennarsi il drammatico fenomeno dell’emigrazione intellettuale dei nostri giovani, che partono per il nord Italia e il nord Europa con la propria laurea in tasca, impoverendo un territorio che non ha saputo valorizzarli.
Due vantaggi che temo siano sfumati anche per quest’anno, nonostante un bando approvato e pubblicato ma mai divenuto operativo e nonostante l’obbligo di darvi seguito: un obbligo di buon senso, ancor prima che di legge.
Il fenomeno dell’immigrazione non è una “rogna” da respingere nelle campagne, ma se ben governato è un’opportunità di ricchezza e occupazione per Nardò e la sua area. Non vorremo che l’assessore delegato alle politiche sociali, Giuseppe Fracella, fosse troppo impegnato in progetti di “ritorni di fiamma” e rifondazione missina per dare risposte concrete (e non ideologiche) a un’esigenza partita dalle realtà sociali del suo comune, necessaria per governare il fenomeno dell’immigrazione e utile per dare occupazione qualificata ai giovani del territorio".
L'amministrazione neretina non apre lo sportello (finanziato) per gli immigrati
Il consigliere regionale Antonio Galati attacca l'assessore Giuseppe Fracella
