La Via Appia patrimonio mondiale dell'umanità

Il Comitato del Patrimonio Mondiale, riunito a Nuova Delhi nella 46° sessione, ha ratificato l’iscrizione della “Via Appia. Regina viarum” nella Lista del Patrimonio mondiale. Il sito è il 60° bene italiano riconosciuto dall’UNESCO. Il Comitato ha confermato quindi l’eccezionale valore universale dell’Appia, che fu la prima delle grandi strade di Roma costruita con tecniche innovative, veri e propri capolavori di ingegneria, che soppiantarono le vie naturali e che costituiscono i monumenti più durevoli della civiltà romana. Le componenti riconosciute patrimonio dell’umanità dall’Unesco (il cosiddetto “sito seriale”, il focus dell’interesse universale) si snodano lungo la Via Appia Claudia – il tracciato iniziato nel 312 a.C. dal censore Appio Claudio Cieco per collegare Roma a Capua, prolungato poi fino a Benevento, Venosa, Taranto e Brindisi, testa di ponte verso la Grecia e l’Oriente, man mano che avanzava la conquista romana – e lungo la Via Appia Traiana, la variante voluta e fatta realizzare dall’imperatore Traiano nel 109 d.C. per agevolare il percorso nel tratto da Benevento a Brindisi. Concepita per esigenze militari, la Via Appia divenne da subito strada di grandi comunicazioni commerciali e di primarie trasmissioni culturali; gli appellativi con cui gli stessi autori antichi la definirono, insignis, nobilis, celeberrima, regina viarum, testimoniano tutte le valenze politiche, amministrative, economiche, sociali e propagandistiche che le valsero la sua millenaria fortuna. Monumento gigantesco della tecnica, della lungimiranza, della capacità organizzativa di Roma, la Via Appia svolse un ruolo fondamentale nel processo di romanizzazione di territori anche lontani, contribuendo alla diffusione della civiltà urbana e all’unificazione materiale e culturale delle popolazioni sparse nel mondo romano. Tra tutte le altre strade, l’Appia continuò a costituire un tragitto fondamentale attraverso i secoli, come attestano le fonti storiche e le evidenze archeologiche, architettoniche e storico-artistiche che si incontrano sul suo tracciato. Il significato della strada, vero e proprio “luogo della memoria”, è diventato un simbolo carico del valore che studiosi e artisti hanno contribuito a mantenere vivo e ad accrescere fin dal Rinascimento, un’autentica “eredità culturale”, testimonianza eccezionale anche della storia della tutela del patrimonio culturale in Italia. La candidatura è stata promossa per la prima volta direttamente dal Ministero della Cultura, che a tal fine ha istituito una Commissione scientifica – con eminenti personalità che hanno contribuito alla conoscenza, alla tutela, alla valorizzazione dell’antica strada – e un Comitato Tecnico-Scientifico, composto da autorevoli studiosi del settore universitario e dello stesso Ministero, che ha coordinato i lavori per la predisposizione della documentazione necessaria a richiedere l’iscrizione nella Lista. Tra questi, il professor Giuseppe Ceraudo dell’Università del Salento è stato coinvolto nel Comitato Scientifico ristretto come esperto di Topografia antica per i suoi studi sulla viabilità romana e, in particolare, per le ricerche finalizzate alla ricostruzione del tracciato della via Appia in Puglia e della via Appia Traiana da Benevento a Brindisi. L’ingente numero di Istituzioni, Enti (Regioni, Province e Città metropolitane, Comuni, Parchi), Università italiane e straniere, Uffici del Ministero centrali e periferici, rappresentanze delle Comunità residenti, dà conto del complesso processo partecipato condotto, che ha avuto i seguenti obiettivi esplicitati nel Piano di gestione del sito: rafforzare il senso di comune appartenenza; generare consapevolezza condivisa sulla responsabilità collettiva della tutela del bene e sulle opportunità di sviluppo che il riconoscimento UNESCO può generare; configurare una governance adeguata alla dimensione territoriale e al carattere seriale del sito, che risponda alla necessità di raccordare le aspettative e le istanze dei tanti attori coinvolti. La rete dei soggetti “portatori di interesse” si è ulteriormente ampliata durante la candidatura anche grazie alle tante attività promosse dallo stesso Ministero con il supporto del Comitato Tecnico-Scientifico: progetti didattici con le scuole secondarie delle città poste lungo il tracciato dell’Appia; una storia a fumetti con la Panini-Disney, in cui Topolino e i suoi amici viaggiano nel tempo sull’antica strada; un documentario prodotto con la RAI che ha costituito parte della documentazione di candidatura; una nuova campagna fotografica realizzata dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, i cui prodotti sono stati esposti, insieme a immagini dell’archivio storico dello stesso Istituto, in tre diverse mostre e che ora sono raccolti in un’unica esposizione nel Chiostro di Santa Sofia a Benevento; una mostra organizzata dall’Istituto Centrale per la Grafica, che testimonia la fortuna iconografica di questa straordinaria via di comunicazione attraverso i secoli. Il Ministero ha poi dedicato fondi specifici a progetti di restauro e valorizzazione di molte delle evidenze monumentali che compongono il patrimonio del nuovo sito UNESCO, un patrimonio di tutta l’Italia e, da oggi, di tutto il mondo.