Il Centro per l’Impiego si sposterà nella palazzina uffici della Fiera di Galatina

La Regione Puglia (Assessorato alle politiche attive sul lavoro) ha stanziato la somma di oltre 800.000,00 euro per la riqualificazione del primo piano

Il Centro per l’Impiego si sposterà nella palazzina uffici della Fiera di Galatina

Sarà situato presso la palazzina uffici del quartiere fieristico il nuovo Centro per l’Impiego di Galatina ed i comuni di Aradeo, Cutrofiano, Neviano, Seclì, Sogliano Cavour, Soleto. ARPAL Puglia (Agenzia Regionale sulle politiche attive del lavoro) ha accolto la nostra proposta di ricollocazione del nuovo CPI che lascerà la sede di Via Vallone. La Regione Puglia (Assessorato alle politiche attive sul lavoro) ha stanziato la somma di oltre 800.000,00 euro per la riqualificazione del primo piano della palazzina che subirà quindi interventi per il rifacimento degli impianti e per l’accoglienza dei 25 addetti impegnati nella gestione. La ricollocazione del nuovo Centro per l’Impiego è il primo tassello all’interno di una proposta avanzata da questa Amministrazione Comunale per la creazione di un Centro di Formazione e Riqualificazione Professionale nell’ambito degli interventi futuri a sostegno delle politiche Attive sul lavoro. Come noto, con Deliberazione della Giunta Comunale abbiamo proposto ad ANPAL (Agenzia Nazionale per le Politiche Attive sul Lavoro) che il Quartiere Fieristico divenga sede di Iniziativa Pilota per l’insediamento di una Industry Academy Multisettoriale che coniughi la formazione con la pratica e che permetta al settore manifatturiero e turistico di essere parte del progetto di formazione. Si tratta di guardare al futuro del mondo del lavoro per il quale si impegneranno nei prossimi anni sempre maggiori risorse nel perfezionamento e la riqualificazione della abilità di giovani e meno giovani. Per il Quartiere Fieristico pensiamo alla costruzione di una nuova identità, non esclusiva, pronta ad accettare, qualora si creassero i presupposti, altre iniziative come le fiere. Queste ultime, anche se storicamente favorevoli per il territorio, risultano essere economicamente non sostenibili per l’intera struttura che quindi va ripensata per un utilizzo multisettoriale.