“Il calo demografico del Sud metterà a rischio l’esistenza delle università pugliesi: Unisalento, UniFoggia, Università di Bari e Politecnico di Bari. I più recenti dati Istat e il recente studio di Talents Venture evidenziano un quadro drammatico per le nostre realtà accademiche. Occorre intercettare altre fasce di popolazione, intercettare iscritti non solo tra i giovanissimi ma puntare anche sugli studenti in arrivo dai Paesi dell'Unione Europea, con programmi di studio come l'Erasmus. L’Europa è una grande famiglia che può venire incontro anche alla crisi delle università pugliesi”. Lo dichiara Chiara Gemma, europarlamentare di Ecr. “Il calo demografico e la fuga dei talenti verso il Nord incideranno drammaticamente sulle future immatricolazioni alle università - prosegue Gemma - perché la presenza di meno giovani sulle nostre provincie significherà avere meno studenti, un fatto che metterà a rischio l’esistenza di alcuni corsi di laurea e già oggi in Puglia il 20% dei corsi ha meno di venti studenti. Un effetto domino che comporterà meno entrare per le università che di conseguenza rischieranno di diventare insostenibili sul piano economico. Il rischio di desertificazione culturale è concreto”. I numeri delineano un quadro preoccupante: in Puglia nel 2030 i ragazzi nella fascia di età tra i 18 e i 21 anni saranno il 9% in meno rispetto a oggi e nel 2040 saranno addirittura il 31,8% in meno rispetto ai residenti di quest'anno. Secondo lo studio di Talents Venture, tra i quindici atenei che perderanno il maggior numero di studenti c’è l’Università di Foggia (-17% previsto tra sette anni), Università del Salento (-13%), l'Università degli Studi di Bari (-12%) e il Politecnico di Bari (-12%). “Negli ultimi vent'anni hanno lasciato il Sud 1,2 milioni di giovani. Di questi, uno su quattro è laureato – continua Gemma - non possiamo consentire che i nostri giovani si rifugino all’estero perché il nostro Paese non offre le stesse opportunità di crescita personale e professionale. Ciò di cui hanno realmente bisogno è esercitare il “diritto di restare”. Un primo segnale importante è arrivato dalla commissione europea, che con la Comunicazione sull’utilizzo dei talenti nelle regioni d’Europa più colpite dalla transizione demografica, ha lanciato il Talent Booster Mechanism, il meccanismo di valorizzazione dei talenti per trattenere e attrarre le persone, le capacità e le competenze necessarie, contrastando il fenomeno della trappola dei talenti. Allo stesso tempo urge intercettare i diplomati, i giovanissimi e gli studenti esteri per consentire alle nostre università di arricchirsi in numeri e in talenti”.