“I galatinesi non hanno idea di quanti turisti si fermano a fotografarla e si portano il ricordo dei nostri rifiuti”. Il cronista sta facendo qualche scatto al cassero della ‘Porta Nuova’ diventato, praticamente, un cassonetto per le immondizie, quando un signore sulla sessantina, che ha casa nella zona, si avvicina per commentare e manifestare tutto il suo sdegno. “Nessuno pulisce. C’è da vergognarsi. Gli addetti si vedono raramente e, poi, arrivano qui vicino e tirano dritti. Ecco perché le buste di spazzatura lì dentro si accumulano” –sentenzia un altro giovane operaio mentre con la sua tuta da meccanico si avvia al lavoro.
Queste conversazioni sono avvenute alle ore 15 del 25 agosto 2014. Il 13 settembre quelle bottiglie di birra vuote, quelle buste maleodoranti, quei cartoni sono ancora lì, nella nicchia a sinistra della Porta, probabilmente più antica della città.
Quel minuscolo locale è di proprietà privata ma non ha una porta. Sembra un invitante deposito per ogni immondizia.
“La verità è che noi galatinesi non amiamo il bello e tolleriamo qualsiasi bruttura. Ecco perché la città è sporca”. La laconica sentenza viene da un noto gallerista che conosce molto bene il centro antico. Probabilmente esagera quando generalizza ma fa sorgere un paio di domande.
Ammettiamo che la maggioranza dei galatinesi sia composta da sporcaccioni. Chi non lo è può continuare a tollerare la prepotenza di chi non ha rispetto del luogo in cui vive?
I politici, i dirigenti ed i funzionari comunali che cosa fanno per cambiare questo riprovevole andazzo?
Da quando sono state scattate le foto qui accanto sono passati 19 giorni. Sembra impossibile che nessuno dei cinque assessori, dei sedici consiglieri comunali (uno abita proprio lì di fronte), dei sei dirigenti, delle decine di funzionari ed impiegati di Palazzo Orsini (Vigili Urbani compresi), sia mai passato in questi giorni a piedi, in bici, in moto o in auto accanto alla Porta Nuova?
In realtà è altamente probabile che qualcuno sia transitato in quel luogo ed abbia anche visto quei rifiuti ma poi abbia cancellato quell’immagine dalla sua mente. Accade quando ci si abitua al brutto.
Chi sceglie di fare politica non deve seguire le cattive abitudini dei suoi amministrati solo per guadagnarsi il loro consenso; deve, invece, impegnarsi al massimo per mutarle. L’esempio, da sempre, è il miglior metodo per cambiare il mondo.