Lo condividiamo, pensando che in questo modo i suoi spigoli si smussino. Lo viviamo, credendo che sia sempre solo una parentesi e che sia vero quello che si dice: ci rende più forti. Eppure il dolore, quando arriva inaspettato, sembra annientarci. Quello che accompagna la notizia di un duplice omicidio, più vicino di quanto si possa immaginare, di forte ha solo l’impatto con cui investe.
Eleonora Manta e Daniele De Santis sono stati letteralmente sradicati da questo mondo nel modo più tragico. Non è chiaro cosa sia davvero successo in quella palazzina di Lecce a un passo dalla stazione, ma qualsiasi sia stata la dinamica, lo scenario conclusivo non cambia. Due trentenni, uniti da un forte amore reciproco, sono stati uccisi. E di quell’amore ora si potrà solo ricordare l’intensità, senza lasciarsi travolgere dalla rabbia dell’ingiustizia di una morte infausta.
Ma il peso sul cuore che i compagni di liceo di Eleonora sentono premere dentro, oggi fa vedere tutto offuscato. La ragazza aveva frequentato il classico “P. Colonna” di Galatina. I primi tre anni li aveva vissuti con gli amici della sezione A del ginnasio: “È una tragedia che ci ha sconvolto – dicono - Abbiamo trascorso con Eleonora alcuni anni del liceo ed è difficile dimenticare. La sua educazione, la riservatezza, una ragazza studiosa, col sorriso sulle labbra e con una risata contagiosa. La chiamavamo Elly, voleva che la chiamassimo così e ogni volta che la incontravamo, anche nel periodo universitario a Lecce, era sempre un piacere immenso”.
Poi la laurea in Giurisprudenza, raggiunta con il massimo dei voti e la lode; e poi ancora il concorso all’Inps, brillantemente superato, e il lavoro arrivato su Brindisi. Un quadro ideale per una donna impegnata sempre con entusiasmo e meticolosità nei suoi progetti, nonostante le difficoltà familiari che ha dovuto affrontare. Ma tutto ha contribuito a fare di Elly la ragazza che era e a rafforzare un legame già stretto con la madre Rossana Carpentieri, docente di lettere all’istituto industriale di Galatone. Provare a entrare nel cono d’ombra in cui si trova adesso quella mamma è un tentativo fallimentare a prescindere.
Mentre i media di tutta Italia puntano i riflettori su quelle scale e sulla nostra Lecce, si spengono gli occhi speranzosi di chi vuole credere che un angolo di paradiso sia possibile anche qui. Oggi no, oggi è un inferno ogni pensiero che riconduca a quella sera senza senso. Ma abbiamo bisogno di immaginare che domani sarà diverso, che domani due persone perbene come Eleonora e Daniele saranno monito fermo e silenzioso per promuovere sempre e comunque la vita.