Probabilmente una famigliola composta da tre membri, padre, madre e un bambino, è rimasta sepolta per almeno 1000(?) anni ad un metro e mezzo di profondità in pieno centro di Galatina, in via Vittorio Emanuele II, proprio di fronte all’Orologio, ai piedi del Sedile. La scoperta è avvenuta nella mattinata del 28 aprile 2025. Nella tomba sono stati trovati anche dei piccoli vasi (corredo) che, a seconda del tipo di ceramica, potrebbero far retrodatare la sepoltura fino al 400 d.c..
“Non c’è nulla di certo per ora -dice la gentile archeologa della Soprintendenza che, con una sua collega, sta scavando nella terra rossa quasi accarezzando le ossa che stanno via via venendo alla luce- possiamo solo dire che durante gli scavi per la posa di una condotta della fognatura è stata ritrovata una sepoltura e che ora procederemo con il nostro lavoro”.
Alessio Musarò, proprietario dell’immobile al civico 28 in via di ristrutturazione (tornerà ad ospitare un’edicola e un bar), non sembra preoccupato dalla situazione anzi si prende cura delle due archeologhe proteggendole con un ombrellone dal sole e sottraendo agli sguardi dei curiosi le povere ossa.
Il punto in cui è emersa la tomba è all’incrocio fra le due strade più importanti del centro antico galatinese: Via Umberto I che porta verso la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria e via Vittorio Emanuele II che conduce alla Chiesa Madre.
La vicinanza dei due edifici religiosi potrebbe far pensare ad una “necropoli” appartenente ad una delle due chiese più piccole su cui sono state costruite quelle attuali? Oppure la sepoltura è ancora precedente? Il tipo di chiusura della tomba, l’orientamento (con la testa a ovest), l’eventuale presenza di altri materiali possono dare indicazioni di vario genere agli studiosi. Sarà l’esame con il Carbonio-14 a fornire la datazione esatta dei materiali organici ritrovati.
Il sole è caldo e i curiosi si alternano davanti alle transenne del cantiere posto proprio sotto la sede della Polizia Locale di Galatina. Le domande sono tante ma per le risposte bisognerà attendere che gli esperti si pronuncino. La storia stessa di Galatina dovrà essere aggiornata dopo questa scoperta.
È uscito proprio in questi giorni un libro di Pietro Giannini e Biagio Virgilio in cui i due studiosi dimostrano le origini latine della città. Una tomba quasi all’incrocio di quelle strade che qualcuno ritiene possano essere il cardo (via Lillo) e il decumano (Porta Nuova – via Cavour) di una ipotizzata città romana farà molto riflettere ed apre orizzonti finora inesplorati.
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