Caro Direttore Giuseppe De Maria, Le rivolgo una preghiera: fermi l'ambulanza in dotazione al nostro Ospedale, al più la faccia usare esclusivamente per lo spostamento dei pazienti ricoverati, da una palazzina all'altra, all'interno del nosocomio e solo per percorrere 30/40 metri.
Impedisca che l'ambulanza superi la sbarra trasportando pazienti diretti a fare esami verso altri ospedali.
Due giorni fa, da ricoverato, sono stato accompagnato con quell'ambulanza da Galatina a Casarano per un esame strumentale.
Che dirLe? Sono partito con i mei problemi al seguito e sono arrivato con un forte mal di testa, ma soprattutto con le mie sette vertebre, già duramente 'torturate' dalla mia malattia, oltremodo compromesse.
Provo a immaginare una trasferta con la suddetta ambulanza con un paziente disteso sulla lettiga. Si tratta di un mezzo indecoroso, con ammortizzatori scarichi, che mi ha accompagnato tra rumori assordanti e stordenti.
È un mezzo pericoloso per "noi" pazienti, non adeguato per chi guida, non dignitoso per l'infermiere accompagnatore.
Caro amico Giuseppe, in maniera confidenziale: non vedo l'ora di tornarmene a casa per riprendere le mie cose, ma semmai ci fosse la necessità di un nuova trasferta, su quell'ambulanza non vorrò salire neanche se costretto dalle forze dell'ordine.
Caro Giuseppe, se dovessi decidere di fare la cosa giusta, impedendo di far utilizzare quel mezzo, ti dichiaro sin da subito la mia disponibilità a dare una mano per far dotare l'ospedale di un'ambulanza degna di questo nome.
Come ai bei tempi, salute permettendo, ci incateneremo alla sbarra.
Un abbraccio.
In allegato la 'tortura' rumorosa a cui è sottoposto chi si trova in ambulanza