Arrivederci Maestra. Quante volte l'ho detto rivolgendomi a Lei che per 5 anni è stata la mia (ma anche di tanti altri bambini) uscendo da scuola. Ci accompagnavi fino ai gradini di ingresso dell'edificio 'Fortunato Cesari' nei primi due anni, poi nei rimanenti tre uscendo dai locali Cascione di via Marche, presi in affitto perché le aule scolastiche non bastavano.
Sei stata una maestra severa e al tempo stesso piena di umanità, autorevole ma non autoritaria che sapeva incoraggiare e spronare.
Quante generazioni sono cresciute con te e hanno messo a frutto le tue lezioni quando in aula si stava in 41 bambini, quanti consigli sono stati elargiti a tutti quelli che da studenti e poi da adulti si sono rivolti alla Maestra, sapendo di trovare una soluzione agli inciampi scolastici e della vita data con il cuore, come se ti 'appartenessimo' ancora.
Attenta ascoltavi e con poche parole toccavi le corde più profonde del nostro essere e ci incoraggiavi. Su un diario io ho ancora conservato un tuo pensiero: "in te c'è stoffa buona, usala bene".
La stoffa l'avevamo tessuta insieme in quei 5 anni e la fattura era una garanzia di successo nella vita di noi scolari perché in classe non si apprendeva solo la grammatica, la storia, la matematica ma l'educazione, il sacrificio, la tenacia. Siamo diventati "grandi" e credo che nessuno di noi l'abbia mai dimenticata.
Incontrarla era un piacere ed era un nostro piacere raccontarle e farle sapere della nostra vita lavorativa e affettiva.
Per questo ancora una volta pur da lontano mi sento di dirle: arrivederci Maestra Baffa.