Trenta secondi

La messa celebrata da padre Francesco Neri, arcivescovo di Otranto, nell'Ospedale 'Santa Caterina Novella' di Galatina

Una manciata di secondi che nel silenzio assordante di un'assemblea riunita in preghiera nella cappella dell'ospedale di Galatina hanno segnato il tempo di Quaresima di quanti martedì 5 marzo 2024 hanno partecipato alla S. Messa presieduta da Padre Francesco Neri, arcivescovo di Otranto. Nella sua Solennitá, è stata una celebrazione semplice, priva di formalismi, in spirito francescano. Semplicità ed essenzialità da sempre contraddistinguono il cappellano don Pantaleo Rossetti che ha fortemente voluto come protagonisti i volontari e i professionisti sanitari che quotidianamente operano e si adoperano per il bene della comunità, nella "Seconda Basilica" della città di Galatina come l'Arcivescovo, ha definito il Santa Caterina Novella, dove donne e uomini si mettono al servizio di pazienti e familiari.
Padre Francesco nel corso dell'omelia si è soffermato su "uno degli aspetti fondamentali della vita Cristiana: l'importanza del perdono e dell'amore verso il nemico, verso chi ci ha fatto del male. Perdonare, perdonare, perdonare". 
Questo il suggerimento: "Fate un esercizio, fermatevi 30 secondi in silenzio ed individuate chi dovete perdonare e come farlo per essere strumento di Pace e Misericordia. Perdonare significa non vendicarsi, significa non fare del male a chi ci ha fatto del male. Fare del male non in senso fisico, si può far del male anche solo togliendo lo sguardo alle persone con cui non stiamo in pace".
"Se io ricorressi alla violenza -ha aggiunto- saremmo diventati uguali. Perdonare significa umiltà e verità. Riconoscere che io e il mio nemico siamo tutto sommato uguali. Non c'è uomo così buono nel quale non ci sia qualcosa di cattivo e non c'è un uomo così cattivo in cui non ci sia qualcosa di buono, e se sono onesto, devo riconoscere pure che qualche volta il mio nemico mi ha aiutato, e mi ha fatto del bene. Siamo tutti un miscuglio di luce e di tenebre, di bene e di male, siamo miseri e abbiamo bisogno di perdono. Perdonare significa lasciare l'ultima parola alla Misericordia, cioè qualunque cosa accada, seppure il bianco rimanga bianco, e il nero rimanga nero, tuttavia alla fine non si può negare il legame che c'è tra noi e l'altro. È mio padre, è mio fratello,  è mia madre, siamo amici da tanto tempo.
La misericordia è prendere atto che c'è un legame che è più importante degli avvenimenti che ci hanno allontanato".
Alla fine della celebrazione, il direttore sanitario, Giuseppe De Maria ha ringraziato i presenti e le autorità rimarcando la vocazione religiosa che da sempre ha caratterizzato il "Santa Caterina Novella".
Padre Francesco ha infine visitato i reparti di ginecologia, nido e pediatria per salutare le mamme, i nuovi nati e i piccoli pazienti.
"È stata una giornata importante, di quelle che sembrano di normale routine, ma che invece lasciano il segno -fa notare Antonio Antonaci, Presidente Commissione Consiliare Speciale per la salvaguardia dell’Ospedale Santa Caterina Novella, i cui effetti benefici sicuramente si ritroveranno in futuro; e ce li ritroveremo tutti, come in una benedizione divina collettiva. Garantito.
La visita dell'Arcivescovo di Otranto ha avuto una risultato straordinario, quello di infondere speranza e coraggio ai malati, agli operatori sanitari e a tutti noi che eravamo lì presenti, Sindaco compreso, e che abbiamo a cuore il destino del nostro ospedale".
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