Risolto il giallo sulle origini di Galatina

Pietro Giannini e Biagio Virgilio documentano la loro scoperta nel prezioso libro edito da Mario Congedo: "Galatina dall'Antichità al Medioevo, e oltre"

“Questo libro nasce dallo studio di iscrizioni: tre greche e due latine”.
Nella premessa del loro prezioso e innovativo lavoro i due autori galatinesi, Pietro Giannini (1945) e Biagio Virgilio (1944), forniscono le informazioni fondamentali per comprendere lo svolgimento di quello che si presenta come un vero e proprio “giallo” storico.
“Galatina dall’Antichità al Medioevo, e oltre. Storia, Epigrafia, Multiculturalismo Greco e Latino” è un libro di 316 pagine + VIII, pubblicato nel 2025 da Mario Congedo Editore, che di fatto sovverte l’orientamento di buona parte della storiografia precedente arrivando a dimostrare le origini latine di San Pietro in Galatina. (“Le ipotesi sull’origine greca di Galatina in base al nome (collegato variamente con “gala” latte e Atina “la dea Atena”), sono destituite di fondamento linguistico e storico. L’origine della città a tutt’oggi deve essere considerata latina.” pagina 20)
I due studiosi con gli “attrezzi” propri del loro mestiere (Giannini è professore emerito di Letteratura Greca dell’Università del Salento e Virgilio è stato professore ordinario di Storia Greca ed Epigrafia Greca dell’Università di Pisa), tracciano un percorso che accende subito nel lettore galatinese (e non) la curiosità e la voglia di scoprire le vere origini "dell'Ombelico del Salento".
Delle iscrizioni greche (pagina VII) “una è quella sita sull’architrave della porta sud della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria.(…) La seconda (…) era collocata sulla chiesetta, scomparsa, di San Giovanni nei pressi dell’attuale Porta Nuova, anticamente Porta San Pietro. (…) La terza è situata sull’architrave di una porta-finestra che dà sul terrazzo esterno dell’ex Convento dei Domenicani (ora sede del Museo “Cavoti”), prospiciente via Cafaro. (…)
Delle iscrizioni latine, una è costituita dal cosiddetto “Quadrato del Sator”(in via Mory, ndr), un testo enigmatico nella sua stessa composizione e ancor più nel significato che può assumere nel contesto galatinese. L’altra è un’epigrafe posta sull’architrave di una casa sita in Piazza Vecchia, che ci informa della trasformazione (probabilmente del XVI secolo) in casa privata di una cappella dedicata ai Santi Nicola e Leucio.”
Il giallo si fa più intrigante perché gli stessi autori dichiarano che: “Nessuna delle iscrizioni ricordate è stata ricercata di proposito, ma esse si sono offerte casualmente e, in qualche caso, imprevedibilmente.” E se non bastasse, a pagina VIII, scrivono: “La lettura attenta dei testi (…) ci ha condotto a conclusioni talvolta per noi stessi sorprendenti: ad esempio quella che individua il nucleo medioevale della città nel Casale di San Pietro (…), localizzabile nello spazio contiguo all’attuale Chiesa di San Pietro e Paolo (la Chiesa Madre).”
Le Appendici Documentarie del libro sono particolarmente preziose perché contengono le traduzioni in italiano dei “testi che sinora erano noti solo nella loro originaria redazione latina: la bolla di Bonifacio IX del 1391 e la pergamena di Giovanni Antonio Del Balzo Orsini del 1449, che ingloba al suo interno privilegi di Raimondo Del Balzo del 1355 e di Nicola Orsini del 1375. La loro lettura puntuale ci ha restituito numerose notizie che abbiamo riportate nelle note ai singoli documenti.”
Il libro è già disponibile in libreria, in edicola e sui principali circuiti di vendita online.
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Galatina