In occasione della XXII Giornata Mondiale della santificazione delle sofferenze, che ricorre oggi 11 febbraio, la Città di Copertino si prepara ad accogliere la visita del Vescovo, mons. Fernando Filograna, che si recherà personalmente al presidio ospedaliero "San Giuseppe da Copertino" per far visita a tutti gli ammalati. Come ha ricordato anche Papa Francesco la scorsa domenica, la giornata di oggi è "un'occasione buona per mettere al centro della nostra comunità la figura delle persone malate, pregare per loro e stare vicino a loro". Sarà una giornata ricca di forti emozioni quella di oggi che vedrà, appunto, l'ammalato al centro delle attenzioni e delle preghiere di tutti ma soprattutto del Vescovo. È stato lui che ha voluto espressamente celebrare questa importante occasione nelle parrocchie, a differenza degli scorsi anni in cui veniva celebrata a livello diocesano nella Cattedrale di Nardò. Questa sua volontà nasce dal fatto che sono le stesse parrocchie a sostenere e seguire i propri ammalati durante l'intero anno.
La sua visita nella città di Copertino non è casuale. È la città del Santo dei Voli, San Giuseppe, figura sofferente sin dai primi anni d'infanzia perché colpito da una grave malattia e miracolosamente guarito nel Santuario della Madonna delle Grazie a Galatone. Il programma della giornata prevede l'arrivo nel nosocomio copertinese alle ore 14 di monsignor Fernando Filograna e la sua visita, in maniera privata, a tutti gli ammalati. Successivamente, alle ore 15, ci sarà sempre in ospedale un convegno aperto a tutti il cui argomento centrale sarà appunto la figura dell'ammalato. Infine una processione, organizzata dall'Unitalsi di Copertino, fondata diversi anni fa da Giuseppe Raganato e don Pinuccio Sacino, che partirà dall'ospedale fino ad arrivare alla Chiesa Matrice "Santa Maria ad Nives" dove converranno tutte le Unitalsi dei paesi limitrofi partecipando alla celebrazione della Santa Messa.
Una giornata in cui il pensiero va anche a tutti gli operatori sanitari e alle associazioni di volontariato che dedicano il proprio tempo all'ammalato, cercando di trovare una parola di conforto offrire attenzioni e risposte adeguate. Un'occasione questa di oggi che tutti gli ammalati attendono con ansia per ricevere una benedizione, un sorriso o una semplice carezza da una figura ecclesiastica importante come quella del vescovo. Un piccolo gesto che vuol dire tanto per un ammalato che vive la sua vita segnata da fragilità ma che cerca continuamente un appiglio ricco di significato, e questo spesso lo trova in una figura ecclesiastica che risulta sempre fonte di compassione e consolazione per l'ammalato stesso e per chi gli è vicino.