Ci fu un tempo nel mondo, in un anno lontano, in cui per un breve periodo arrivò la paura. Una paura forte, densa, vischiosa. Ma duro’ poco, ben poco. Un vento forte, un sole caldo la spazzò via. Lieve da nord scese un sentimento incredulo, lento ma rumoroso. Il rumore era arrivato da molto lontano, da un mondo altro, pieno di persone, di luci e colori diversi. Era diventato sempre più forte, caotico, aggressivo, roboante. Finché poi, al limite della sua discesa, si era fermato e d’improvviso fu il silenzio. Il silenzio! Era un silenzio strano che non taceva per pazienza, non per superbia, non taceva per educazione e nemmeno per ignoranza; questa volta il silenzio taceva per amore. Quindi, la paura era diventata rumore, il rumore si era trasformato in silenzio e il silenzio divenne amore. Amore per se stessi. Amore di rinuncia, amore di solidarietà, amore di pensiero, amore per ciò che si ha e per quello che non si può avere. Ognuno indossò dei guanti d’amore e coprì il suo volto con maschere d’amore, fece fatica l’amore a discostarsi dall’egoismo ma per quel breve periodo ci riuscì. “Ma perché accadde?” mi chiesero, “Perché avvenne tutto ciò?” E allora risposi che il motivo lo avrebbero scoperto nei tempi futuri, ma che per certo quando tutto questo accade, accade per difesa. “Difesa? Difesa da chi? difesa da cosa? Ma noi siamo forti!” mi dissero, “noi non dobbiamo difenderci da nessuno.” “No.-dissi io- noi non possiamo difendere, non ce la facciamo, siamo incapaci e lo abbiamo dimostrato. Sapete, noi siamo tutti degli ospiti durante questo passaggio, ospiti rumorosi chiassosi e maleducati e lo siamo in maniera prepotente e arrogante.” “E allora?” “E allora, siccome siamo incapaci, chi ci ospita si difende da solo. Ci ho parlato nel mio silenzio d’amore con il nostro ospite e sapete cosa mi ha detto?” “No, cosa ti ha detto?” Ha detto: “Tutti a casa, in silenzio a riflettere! Brucia un intero continente, milioni di specie vegetali e animali distrutte per sempre. Quanto ne avete parlato di questo? Per quanto tempo, con chi? Rasi al suolo milioni di ettari di foresta pluviale per ingrandire e rendere più ‘sostenibile’ la vita in una nazione in grande espansione: il respiratore naturale più reperibile e gratuito del mondo a disposizione di tutti voi.... Il protocollo di Kyoto: una barzelletta, una pantomima. La guerra del petrolio? Tutti a casa, così se ne vende e se ne consuma meno. La produzione industriale? Tutti a casa, si consuma e si produce meno. Ora comando io!” disse il nostro ospite, “Emanate pure decreti, fate quello che potete fare ma ora comando io. Devo difendermi, d’altronde ho una certa età. Certo, un polmone me lo avete fatto fuori di recente, ma reggo il colpo. Controllate ora le centraline di rilevazione nelle grandi città e nei piccoli centri industriali, quelle delle targhe alterne e delle domeniche a piedi. Parlatene con le vostre mascherine d’amore, gesticolando all’italiana con i vostri guanti aderenti di rispetto. Io sono forte ma sono al limite, ho abbassato le mie difese immunitarie e devo difendermi, lo avete già detto voi che sono madre e matrigna, beh ora sono anche un po’ incazzata. Vi lascio convinti che siate voi a gestire tutto, d’altro canto siete piccoli e indifesi ma siete e sarete sempre i miei ospiti e per quanto rumorosi e puzzolenti bisogna riconoscervi ingegno e creatività....” “Mah, tu sei pazzo!” dissero “Tu vaneggi, ma cosa dici?” Pensarono nel loro silenzio aggrovigliato alla noia. “Forse sì” gli risposi “forse sono pazzo.” E tacqui d’amore.