Galatina designata a essere la città del gazebo? Credo proprio di sì, caro direttore, e le spiego anche perché: facendo una ricerca appropriata su alcuni album fotografici riguardanti la nostra città, secretati dalla CIA, oggi in mano a WikiLeaks, ho trovato due foto che danno valore alla mia tesi. Come si può notare sulle due immagini, sia in piazzetta Orsini sia in piazza San Pietro si scorgono ben definiti dei gazebi.
Insieme alle foto esiste un altro documento che riporta una cronologia ben dettagliata dei principali avvenimenti storici riguardanti la città dove il gazebo è oggetto architettonico predominante.
Quando San Pietro passò da Galatina, riposò dalle fatiche del viaggio su una grossa pietra posta sotto un gazebo collocato appositamente per accogliere il Santo.
Anche San Paolo benedisse l’acqua del pozzo sotto un gazebo.
A quanto si legge, Maria D’Enghen fece costruire, prima della Basilica di Santa Caterina d'Alessandria, un gazebo. Al costruttore ordinò che questo fosse sistemato in modo che, chi guardasse da lontano, prima doveva scorgere il gazebo e poi la facciata della chiesa.
Anche nel periodo fascista il gazebo era considerato elemento architettonico fondamentale.
Caro direttore, questo forse spiega il motivo per cui i nostri amministratori e dirigenti comunali prediligono e appoggiano qualsiasi proposta d’istallazione di gazebo. Hanno attinto alle mie stesse fonti?
Caro Vito, di che cosa si preoccupa? L'importante è che tutto sia fatto secondo la legge. Se le norme vigenti producono 'bruttezza' e degrado della città non bisogna prendersela con chi le applica ma rivolgersi a coloro che non fanno nulla per cambiarle. (d.v.)