La donna ama l'Amore. La donna è innamorata dell'Amore. Ed è per questo che quando incontra il principe azzurro, lo riconosce a colpo d'occhio. L'uomo sensibile che la ascolta, la ammira, la sceglie, ben voluto da tutti. L'uomo attento che, non appena ha un attimo, le porta il cioccolatino assieme al caffè, le va a fare un saluto mentre lei è seduta alla sua scrivania impegnata nel lavoro. L'uomo che da uno sguardo già capisce, anzi conosce e riconosce cosa lei voglia. L'uomo ideale.
Finché poi la donna buona, scaltra ed intelligente, seppur perdutamente innamorata non inizia a cogliere i segnali. Segnali di cui le persone a lei vicine avevano dato peso già da tempo. Segnali che le dicevano che l'uomo perfetto non esiste. La donna inizia ad accorgersi del fatto che quest'uomo pronto a darle tutto "incondizionatamente", in realtà vuole molto di più. Sempre di più. Che il sogno di essere portata a cena fuori, di festeggiare San Valentino romanticamente, di ricevere sorprese, viaggi organizzati nel minimo dettaglio, è in realtà soltanto il preludio del peggior incubo. La violenza psicologica di quel saluto a lavoro, che in realtà è un modo per vedere cosa fai. La violenza di quel passaggio la mattina giù fino agli spogliatoi, che è per vedere chi entra con te. La violenza di quel passarti a prendere tutti i santi i giorni, che è il solo modo per vedere con chi esci, come esci, con chi parla. La violenza dello scriverti continuamente, in ogni secondo per metterti alla prova. Solo se rispondi immediatamente e quello che lui si aspetta, allora lo ami veramente, lo ami quanto lui. La violenza dell'umiliarti dicendoti come devi vestirti, a chi puoi sorridere o no, con chi puoi parlare e cosa puoi dire, fin dove possono arrivare lo spacco o la scollatura o la linea della matita sugli occhi. L'insaziabile violenza del dover essere sempre solo ed esclusivamente sua. La violenza del volerti dimostrare che lui è l'unico di cui ti puoi fidare. La
violenza di dirti che tu sei troppo bella per questo lui è costretto ad essere troppo geloso. E poi la violenza del primo schiaffo, del primo morso, della prima ciocca di capelli tirata. È un allarme, una sirena che non smette di suonare nella testa della donna, quella mano, quella voce brutale e crudele che non le da tregua.
Noi non possiamo e non vogliamo subire. Noi possiamo rimarginare qualsiasi ferita con coraggio. Noi possiamo aprire gli occhi e continuare a credere nell'Amore, che esiste, che non ha e mai avrà la forma di una lingua biforcuta o di un qualsiasi tipo di percossa.
La bella sfida del principe azzurro, quello imperfetto esattamente come noi,quello pieno di difetti, che ameremo perché faranno parte della sua identità, proprio come i pregi.
L'unicità, la verità, l'onestà dell'altra metà della mela, questo cerchiamo noi donne innamorate sempre e comunque dell'Amore.
La forza e il coraggio, di perdonare e di perdonarci, quelli già ce li abbiamo.
(Apparso su in Dialogo di gennaio 2017. Si pubblica per gentile concessione della direzione)