Un “non m’ama” senza ritorno

Un “non m’ama” senza ritorno

Uomo. Guarda il mio seno, curva dalla sensualità delicata, custode di dolce nutrimento. Guarda le mie gambe, muscolo teso del quotidiano peregrinare, vettore che dal basso spinge verso l’alto e prova a farti fare un salto. Guarda le mie labbra, forse dal troppo dire, morbido silenzio nel sorriso che ne dipinge le rughe ai lati, nel bacio che attendono.
Ora, uomo, chiudi gli occhi. Pensa a quel seno, quelle gambe, quelle labbra che hai appena guardato. E ora immagina che siano il seno, le gambe e le labbra di tua madre o di tua sorella. Forme gentili del tuo sangue.
Sì, adesso torna pure a scoprire le pupille che ti si annebbiano quando quel sangue nelle vene diventa solo coagulo di nervi, rabbia e violenza. Ti sembra tutto un po’ meno tuo, vero? Ti sembra tutto un po’ meno “oggetto del desiderio”, sbaglio? Eppure all’occorrenza non esiti a divenire mostro anche con loro che dovresti invece concederti il privilegio di difendere. Giuda, la tua carezza ha troppo spesso la mano pesante, al punto da rendere livida ogni premessa di affetto. Non lo puoi intendere così, non te lo perdono.
Incuti paura e godi nel vederci crollare e nel veder crollare la nostra autostima. Ci imponi incredibilmente colpe che non abbiamo. Ce le carichi sul petto e spingi e schiacci, finché non perdiamo di respiro.
Uomo, non posso chiamarti uomo. Troppo fragile la tua forza che alza la voce e il pugno. Non si sostiene su nulla che possa valere il rispetto che si deve a chi ha un’anima da coltivare nel bene.
Immagina che quel seno, quelle gambe e quelle labbra siano di tua madre o di tua sorella. Fai vacillare per un momento il tuo sentirti al di sopra sempre e comunque. E poi fai uno sforzo ulteriore: immagina che siano il seno, le gambe e le labbra della tua compagna. Tutte siamo figlie, tante sono madri. Non hanno padrone, se non la propria coscienza. Ogni petalo rubato alla loro corolla profumata è un “non m’ama” senza ritorno.
Parla tu, uomo che uomo sei davvero, che ti salvi dalla condanna mediatica del “siete tutti uguali”. Prendi iniziativa contro il traditore. Mettilo al muro con decisione. Ma non schiaffeggiarlo. Raccontagli di quanto sia bella la persona che ti completa. E di cosa vuol dire prendersi cura di lei.