Ricordate libri come “Un altro giro di giostra” oppure “Lettere contro la guerra”, “La fine è il mio inizio” e tra i tanti anche “Un indovino mi disse”? Ricordate Tiziano Terzani che, dopo aver speso una vita facendo il giornalista inviato nei luoghi di guerra, è diventato, negli ultimi anni della sua vita, quell’uomo straordinario che ha saputo raccontare come pochi la pace dell’anima, anche attraverso il percorso della malattia che lo ha portato alla morte? Come dimenticare i suoi reportage, le sue foto che da sole riuscivano a raccontare storie terribili, come schiaffi per far risvegliare tutti dal sonno colpevole dell’indifferenza di fronte alle atrocità della guerra?
Ecco, il prossimo ottobre dovrebbero cominciare le riprese per il film “Un indovino mi disse”, tratto dall’omonimo libro di Tiziano Terzani, in cui l’autore racconta di un viaggio attraverso il cuore più nascosto dell’Asia, viaggio realizzato nel 1993 usando ogni mezzo di trasporto tranne l’aereo, perché un indovino cinese gli aveva predetto che sarebbe morto proprio per un incidente aereo. Una predizione che rappresenta per Terzani l’occasione di fare un viaggio molto diverso dal solito, lontano dalla fretta, un viaggio che diventa, poco alla volta, un percorso spirituale che guarisce la sua anima.
Il film dovrebbe uscire l’anno venturo, per il decennale della morte di Terzani, ed è fortemente voluto dal regista Mario Zanot che, convinto della validità del suo progetto, ha chiesto il sostegno economico a vari produttori di vari paesi. La Svizzera, la Germania e il Vietnam hanno risposto prontamente, mentre in Italia nessuno si è fatto avanti… Ma se i grandi produttori italiani pensano che Terzani vada messo nel dimenticatoio e addirittura la RAI non ha ritenuto di aderire al progetto, ognuno di noi può dimostrare che gli italiani non hanno la memoria corta e che personaggi come Terzani vanno ricordati sempre, soprattutto ai più giovani. Ma come fare?
Si può diventare coproduttori del film, aderendo all’iniziativa del regista Zanot che ha proposto a tutti il finanziamento popolare: con soli 10 euro si può contribuire alla realizzazione di “Un indovino mi disse”. Naturalmente si può donare di più, ma anche partecipando col minimo si viene coinvolti in questo progetto straordinario che, oltre ad essere un omaggio al grande giornalista morto nel 2004, diventa un regalo per tutti noi, per tutti quelli che hanno nel cuore i suoi libri, e per tutti gli altri che, vedendo il film, avranno la curiosità di conoscere meglio Terzani, andando a cercare i suoi libri che non hanno letto. Aderire numerosi è importante come importante è un costante passaparola: sarà bellissimo andare al cinema e vedere il film pensando che abbiamo contribuito alla sua realizzazione.
Per ogni informazione sull’iniziativa: www.unindovinomidisse.it