Ancora oggi, a solo un giorno dall'annuncio ufficiale, nella mia mente rimane impressa la cifra sborsata da Mark Zuckerberg, creatore di Facebook, per l'acquisizione del notissimo servizio di messaggistica istantanea WhatsApp. 19 miliardi di dollari. Ma quanti sono? Non ho nemmeno il coraggio di rapportarli alle vecchie lire.
Eppure se penso al cambiamento epocale apportato, da questa semplice applicazione, alla vita quotidiana forse riesco a capire un po' il senso di tutto questo. Ma quella cifra... è davvero quella giusta? Non sarà esagerata? Cosa c'è di tanto interessante in un servizio che mette in contatto ad oggi circa 450 milioni di utenti nel mondo assolutamente gratuitamente?
Certo è stata in grado di mandare in pensione i vecchi SMS che ormai sono in omaggio con tutti i piani tariffari degli operatori telefonici, ma vengono puntualmente lasciati inutilizzati. Ma sarà solo questo? No, non credo...
Allora penso ad un'operazione di puro interesse economico, ma 19 miliardi di dollari per un'applicazione fino a poco tempo fa gratuita e da solo un anno venduta a poco meno di 1 euro all'anno non bilanca l'investimento iniziale. No, non sarà neanche questo...
Cerco di capirne di più sbirciando sui vari siti online che hanno trattato in questi giorni quest'argomento e c'è chi sostiene la volontà della società di Palo Alto di riuscire ad entrare nel mondo della telefonia mobile e spingere i social network anche lì nelle terre in cui Internet, e quindi le chat, ancora non è molto popolare. Ma non mi convince neanche questo... anche perchè di concorrenti ce ne sono tanti...forse troppi!
Poi accade che alle ore 20 di ieri sera WhatsApp non funziona più. Gli utenti dell'intero pianeta cominciano a riempire Facebook e Twitter con annunci, commenti e dichiarazioni di difficoltà, a volte anche vero malessere, per l'assenza dell'unico strumento usato per comunicare. Su Twitter l'hastag #WathsAppDown diventa il più twittato di tutto il mondo con un sacco di richieste di news. Probabile attacco hacker la prima motivazione supposta dagli utenti. Solo alle 22:07 WhatsApp comunica ufficialmente che sono i server ad avere problemi, ma senza indicare i tempi di risoluzione. Qualcuno twitta sostenendo che il buon vecchio (si fa per dire) Zuck abbia preso una cantonata. Disservizio durato circa 4 ore... e alle 23.36 tutto ritorna nella norma.
Il pianeta ricomincia a "respirare".
Allora forse mi viene qualche dubbio, ma paradossalmente direi qualche certezza. Ecco la vera forza che ha spinto colui che la rivista statunitense Forbes, nel 2008, ha nominato "Il più giovane miliardario al mondo": rafforzare il "potere" già acquisito con Facebook nel campo del trattamento dei dati personali. Le previsioni sono quelle di lasciare l'applicazione estatamente così com'è, al costo annuale simbolico e senza pubblicità, magari però collegandola all'account del noto Social Netwrok di casa. Allora sì che gli utenti, anzi "noi utenti" non avremo più modo di tenere per noi non solo le nostre preferenze e i nostri gusti, ma ora anche le nostre conversazioni telefoniche. Questo vale 19 miliardi di dollari? Per loro forse sì... ma per noi semplici utenti che subiamo inconsapevolmente tutto ciò? Non dovremmo mica preoccuparci per una violazione della privacy? Altro che cantonata...