"Sii spetta, vane nnanzi tiè"

Tu che ogni Pasquetta era la tua, te ne sei andato a Pasquetta.
Tu che mentre un prete ci raccontava del significato cristiano della morte, ci facevi invece morire dal ridere con uno sguardo; e ora, sei stato addirittura scelto da un Papa come compagno di viaggio.
Tu che non credevi a nulla delle possibilità dell'uomo, se non nella bellezza della nostra vita, ci hai insegnato quanto fosse facile e fantastico vivere e che, per farlo, basta essere semplicemente semplici.
Tu che sei stato l'inventore della goliardia elegante ed educata, della simpatia di ogni età e per tutte le età. E quando in Paradiso vi farete un "tre metri" salutaci Roberto Antonica, Fernando Panico e Luigi Baldari; garantisci loro che prima o poi allargheremo a tutto il campo.
Tu che "sofferenza" era termine di un vocabolario mai studiato, ci hai insegnato a collegargli un'altro vocabolo: "dignità".
Tu che il tuo vocione rimbombava nel cuore di chiunque lo conoscesse, ci hai insegnato il silenzio; e la forza e il coraggio nella fine.. "Sii spetta, vane nnanzi tiè", è quanto avrei voluto sentirti dire oggi. Titti mio. Titti nostro. Riposa in pace

Antonio Antonaci