La ricerca di un oggetto importante da regalare, mi portò in giro per negozi. Ci tenevo al regalo e prima di sceglierlo volevo guardare un po’ in giro. La ricerca mi portò in un paese vicino, le vetrine, le luci e un lusso imbarazzante fecero il resto. Entrai di pomeriggio che avevano appena aperto e fui accolto con saluti e sorrisi. Mi venne incontro una commessa, si e no 20 anni, non più alta di un metro e 80, elegante e raffinata. Il mio imbarazzo raggiunse il massimo quando guardandomi intorno mi accorsi che non era neanche la più bella. A lei facendo finta di nulla confidai quel che cercavo. La commessa mi seguì per tutto il tempo, dandomi garbati consigli che condizionarono la mia scelta e vi dirò: non badai neanche a spese.
Potevo essere loro padre ma per un attimo io, che avevo sempre considerato la “leggenda dell’uomo maturo” una pietosa consolazione, mi illusi esistesse davvero. Ebbi come un “comico ritorno” a quella inguaribile “ vanità “ che aveva accompagnato i miei anni migliori. Per un attimo mi sentii al centro dell’attenzione e la cosa non mi dispiaceva affatto. Sentivo involontariamente i loro discorsi, mentre organizzavano la loro serata, cena, cinema, discoteca, pub. Ed io che alle 9 di sera ero già in pigiama e ciabatte a guardare la TV. Un arzillo 60enne, era capitato per caso in un posto in cui era peccato non essere più giovani. Un allegro e arzillo 60enne si sentiva forse per la prima volta “non più giovane”, sentiva per la prima volta il peso degli anni.
Presi il regalo, salutai nascondendo l’invidia dietro un sorriso e andai via. Era contenuto in una bellissima confezione color oro, avvolta con un nastro rosso, rosso tramonto. Il colore di un giorno che si avvia a finire, dei tanti tramonti che fanno invecchiare.