Gentile direttore, oggi sono stato finalmente denunciato per la disobbedienza civile promossa nelle scorse settimane. Ora mi attende un processo durante il quale cercheremo di sollevare la questione di legittimità costituzionale e portare il nuovo Codice della Strada davanti alla Corte costituzionale affinché venga finalmente smantellato.
Qualche settimana fa, a seguito dell’entrata in vigore della nuova riforma del Codice della Strada voluta da Salvini, ho deciso di fumarmi una canna. Due giorni dopo mi sono messo alla guida, ovviamente in stato di assoluta lucidità e mi sono autodenunciato ad una pattuglia delle forze dell’ordine.
La nuova legge, nel suo essere paradossale, parla chiaro: avendo eliminato il requisito dell’alterazione psico-fisica, se risulti positivo ad un test che rileva le tracce di THC che, ricordiamolo, sono rilevabili anche ore o giorni dopo la fine degli effetti, rischi un anno di carcere, un'ingente multa e la sospensione della patente.
La ragione di una simile sanzione non può certo essere la sicurezza delle strade, ma la criminalizzazione del comportamento di chi, nel pieno esercizio della sua libertà, decide di consumare cannabis. Correre questo rischio è il prezzo da pagare per avere l’opportunità di dimostrare, nelle aule dei tribunali, quanto sia infondata, antiscientifica, liberticida e incostituzionale questa norma.
Ora ci aspetta una strada di azioni che percorreremo insieme ai nostri legali.
In primis, faremo ricorso davanti al Giudice di pace contro il provvedimento di sospensione della patente e la sanzione.
Poi, durante il processo penale, ci difenderemo rifiutando ogni forma di patteggiamento (consapevoli del rischio di condanna) e chiederemo al Giudice di sollevare la questione di legittimità costituzionale.
Lo faremo anche grazie a chi in questi giorni mi ha sostenuto, non solo tramite un contributo economico ma anche scrivendomi, confrontandosi con me e raccontandomi la propria storia. Insieme affronteremo questa sfida. E la vinceremo, ne sono sicuro. Un abbraccio,
Filippo Blegnino
segretario radicali italiani