Non accetto le scuse di Calderoli e pretendo le sue dimissioni

Non accetto le scuse di Calderoli e pretendo le sue dimissioni

Se il ministro Kyenge, così come viene riportato dal “Corriere della Sera”, ha accettato le scuse di Calderoli, io non me la sento proprio di accettarle! Non accetto le scuse del vicepresidente del Senato, che rappresenta anche me, nelle sue funzioni istituzionali. Non intendo fare sconti a questo individuo che nel cercare delle scuse, impossibili da trovare, aggrava la sua posizione senza accorgersene, dicendo che la frase incriminata “Quando vedo la Kyenge non posso non pensare ad un orango” era inserita in un lungo discorso “da comizio”, come per dire che durante i comizi si è autorizzati a dire le cavolate più assurde senza poi doverne pagare le conseguenze, come se i comizi fossero una specie di zona franca per le opinioni più sconcertanti e irrispettose del più comune senso della dignità umana.
Ma mi domando quali siano state le reazioni di chi ascoltava quel comizio, mi domando se qualcuno, lì a Treviglio, si sia indignato sentendo quelle parole, se abbia girato le spalle all’oratore e se ne sia andato. Sarebbe stato bello vedere all’improvviso la piazza deserta e Calderoli solo con la sua bandiera verde, col suo fazzoletto verde…col suo cervello verde.
Purtroppo credo che questo non sia accaduto, purtroppo credo che Calderoli non sia rimasto solo e che anzi abbia concluso le sue farneticazioni, travestite da comizio, tra gli applausi della piazza. Purtroppo!
Questa volta la vicenda non può essere nascosta come la polvere sotto il tappeto, non ci si può stendere sopra il solito velo pietoso, anche perché al posto del velo ci vorrebbe un “materasso” pietoso. Niente pietà per chi nel nostro paese calpesta ogni giorno, con i comportamenti e le parole, l’articolo 3 della Costituzione e per giunta ricopre una delle più alte cariche dello Stato.
Continuerò a chiedere con forte convinzione le dimissioni di Calderoli, anche se la mia voce poco significativa e assolutamente ininfluente non verrà ascoltata, ma lo faccio per non perdere il rispetto di me stessa e per non perdere l’abitudine di protestare con vigore contro atti così evidenti di inciviltà.
Potrei prendere in considerazione le scuse di Calderoli solo il giorno in cui lui dovesse affermare che quando vede la Kyenge non può non pensare ad una persona con un cervello molto, ma molto più grande del suo.