A cinquant'anni dall'apertura del Concilio Vaticano II, papa Benedetto XVI propone un cammino di rinnovamento per ricercare o confermare la nostra fede in Cristo. Si sente nell'aria il bisogno di qualcosa che riesca a smuovere le coscienze dal torpore, dalla pigrizia e dalla disaffezione in cui sono sprofondate, e quel qualcosa è arrivato: è l'Anno della Fede. Un anno di riflessione intorno ai temi cardine della nostra religione, di meditazione sulla nostra professione di fede che, forse troppo distrattamente, proclamiamo la domenica durante la messa. Quel "Credo" che non è una preghiera come le altre, ma è una risposta, la nostra risposta alla chiamata ad essere seguaci di Cristo, quel Credo non va recitato come un esercizio della memoria, va espresso con vigore, con convinzione, con tutta la forza e il desiderio di manifestare al mondo e confermare a noi stessi la fedele appartenenza al Cristianesimo. Da quella professione di fede e dalla consapevolezza di far parte della Chiesa, "una, santa, cattolica e apostolica", dovrebbe scaturire, come naturale conseguenza, un rinnovamento del cuore e un cambiamento radicale dei comportamenti nelle relazioni col prossimo. Il nostro essere cristiani dovrebbe apparire così evidente agli occhi del mondo da non poter essere ignorato, la nostra fede così salda da non farci mai tentennare di fronte ai tanti dubbi che interrogano le nostre coscienze sia nel privato che nel sociale.
Nel Vangelo Gesù velatamente rimprovera Marta che, presa dalle faccende domestiche, rischia di perdere ciò che la sorella Maria, restando seduta vicino a lui, tralasciando tutto il resto, assimila mentre ascolta le parole di Cristo. Maria sceglie il meglio.
Ecco, nell'Anno della Fede ci viene chiesto di trovare un equilibrio possibile tra l'essere come Marta e l'essere come Maria: non facciamoci travolgere dalle mille cose da fare e non trinceriamoci dietro la mancanza di tempo per giustificare lo scarso entusiasmo nell'occuparci delle cose di Dio. Fermiamoci a meditare sulle verità intramontabili della Parola del Signore sia da soli, riscoprendo la bellezza racchiusa nelle pagine del Vangelo, che nella comunità, insieme ai nostri fratelli, insieme ai nostri pastori. Ridando vigore alla nostra fede, rispondendo con un sì fiducioso a tutto ciò che siamo chiamati ad essere e a fare, pellegrini in questo cammino simbolico alla riscoperta del nostro credo, troveremo molto più semplice superare e risolvere le mille difficoltà di tutti i giorni.
Buon Anno della Fede a tutti!