"Il buon vino migliora invecchiando. Doniamo ai giovani la sapienza della vecchiaia"

Papa Francesco parla ai Cardinali e li esorta a non cedere al pessimismo

"Cari Fratelli, forza! La metà di noi siamo in età avanzata: la vecchiaia è – mi piace dirlo così – la sede della sapienza della vita. I vecchi hanno la sapienza di avere camminato nella vita, come il vecchio Simeone, la vecchia Anna al Tempio. E proprio quella sapienza ha fatto loro riconoscere Gesù. Doniamo questa sapienza ai giovani: come il buon vino, che con gli anni diventa più buono, doniamo ai giovani la sapienza della vita".
Sono queste le parole che Papa Francesco ha rivolto questa mattina ai Cardinali nel suo primo incontro con tutti i membri del Sacro Collegio, elettori e non elettori, nella Sala Clementina. Il Pontefice ha improvvisato diverse volte durante il suo discorso, come quando ha informato i porporati, che uno di loro, il Cardinale Jorge Mejía ha avuto un infarto ed è ricoverato in una clinica romana. "Ma si crede che la sua salute sia stabile, e ci ha mandato i suoi saluti".
Il Papa aveva ascoltato le parole di saluto che a nome del Collegio Cardinalizio, il Decano del Sacro Collegio, Cardinale Angelo Sodano gli ha rivolto. "Rendiamo grazie al Signore Nostro Dio! È l'invito liturgico che noi, Padri Cardinali ci dirigiamo a vicenda, tra 'seniores' e 'juniores', per ringraziare il Signore per il dono che ha fatto alla Sua Santa Chiesa, dandoLe un nuovo Pastore. (...) Sappia, Padre Santo, che tutti noi, Suoi Cardinali, ci sentiremo a Sua completa disposizione, cercando di formare con Lei il Cenacolo apostolico della Chiesa nascente, il Cenacolo della Pentecoste. Cercheremo di mantenere 'mente abierta y corazón creyente', come Ella ha scritto in un Suo libro di meditazioni".
Nel suo discorso Papa Francesco ha affermato che l'incontro di oggi "vuole essere quasi un prolungamento dell’intensa comunione ecclesiale sperimentata" durante il Conclave. "Animati da profondo senso di responsabilità e sorretti da un grande amore per Cristo e per la Chiesa - ha ricordato Papa Francesco - abbiamo pregato insieme, condividendo fraternamente i nostri sentimenti, le nostre esperienze e riflessioni. In questo clima di grande cordialità è così cresciuta la reciproca conoscenza e la mutua apertura". E nuovamente, parlando a braccio, il Santo Padre ha aggiunto e questo "è buono, perché noi siamo fratelli e qualcuno mi diceva: i cardinali sono i preti del Santo Padre. Ma noi siamo quella comunità, quell'amicizia, quella vicinanza che ci farà bene a tutti. E questa conoscenza, questa mutua apertura ci hanno facilitato la docilità all'azione dello Spirito Santo. Egli, il Paraclito, è il supremo protagonista di ogni iniziativa e manifestazione di fede" e nuovamente, mettendo da parte i fogli del discorso scritto, ha aggiunto: "È curioso: a me fa pensare, questo. Il Paraclito fa tutte le differenze nelle Chiese, e sembra che sia un apostolo di Babele. ma dall'altra parte, è quello che fa l'unità di queste differenze non nella uguaglianza, ma nell'armonia. Io ricordo quel Padre della Chiesa che lo definiva così: 'Ipse harmonia est'. Questo Paraclito che ci dà, a ciascuno di noi, carismi diversi, ci unisce in questa comunità di Chiesa che adora il Padre, il Figlio e a Lui, lo Spirito Santo".

Il Santo Padre ha ricordato il periodo del Conclave "è stato carico di significato non solo per il Collegio Cardinalizio, ma anche per tutti i fedeli. In questi giorni abbiamo avvertito quasi sensibilmente l'affetto e la solidarietà della Chiesa universale, come anche l'attenzione di tante persone che, pur non condividendo la nostra fede, guardano con rispetto e ammirazione alla Chiesa e alla Santa Sede". Il Papa ha anche ringraziato tutti i Cardinali per la loro collaborazione nella guida della Chiesa durante la Sede vacante, dal Cardinale Angelo Sodano, Decano del Collegio Cardinalizio, al Camerlengo, Cardinale Tarcisio Bertone e al Cardinale Giovanni Battista Re "che ha fatto da nostro capo nel Conclave".

"Un pensiero colmo di grande affetto e di profonda gratitudine rivolgo al mio venerato Predecessore Benedetto XVI, che in questi anni di Pontificato ha arricchito e rinvigorito la Chiesa con il Suo magistero, la Sua bontà, la Sua guida, la Sua fede, la Sua umiltà e la Sua mitezza. Rimarranno un patrimonio spirituale per tutti". Ha poi sottolineato come Benedetto XVI "ha ricordato tante volte nei suoi insegnamenti e, da ultimo, con quel gesto coraggioso e umile", che "è Cristo che guida la Chiesa per mezzo del suo Spirito. Lo Spirito Santo è l'anima della Chiesa con la sua forza vivificante e unificante: di molti fa un corpo solo, il Corpo mistico di Cristo".

"Non cediamo mai al pessimismo, a quell’amarezza che il diavolo ci offre ogni giorno; - ha esclamato Papa Francesco - non cediamo al pessimismo e allo scoraggiamento: abbiamo la ferma certezza che lo Spirito Santo dona alla Chiesa, con il suo soffio possente, il coraggio di perseverare e anche di cercare nuovi metodi di evangelizzazione, per portare il Vangelo fino agli estremi confini della terra. La verità cristiana è attraente e persuasiva perché risponde al bisogno profondo dell’esistenza umana, annunciando in maniera convincente che Cristo è l’unico Salvatore di tutto l’uomo e di tutti gli uomini. Questo annuncio resta valido oggi come lo fu all’inizio del cristianesimo, quando si operò la prima grande espansione missionaria del Vangelo".

"Tornerete ora - ha concluso il Pontefice - nelle rispettive sedi per continuare il vostro ministero, arricchiti dall’esperienza di questi giorni, così carichi di fede e di comunione ecclesiale. Tale esperienza unica e incomparabile, ci ha permesso di cogliere in profondità tutta la bellezza della realtà ecclesiale, che è un riverbero del fulgore di Cristo Risorto: un giorno guarderemo quel volto bellissimo del Cristo Risorto!".
Al termine del suo discorso il Papa ha salutato uno ad uno tutti i Cardinali presenti nella Sala Clementina.

Papa Francesco ha fatto pervenire un Messaggio al Dottor Riccardo Di Segni, Rabbino Capo della comunità ebraica di Roma, la più antica della diaspora. "Nel giorno della mia elezione a Vescovo di Roma e pastore universale della Chiesa cattolica - scrive il Papa - le invio il mio cordiale saluto, annunciandole che la solenne inaugurazione del mio pontificato avrà luogo martedì 19 marzo".
"Confidando nella protezione dell'Altissimo - prosegue il Papa - spero vivamente di poter contribuire al progresso che le relazioni tra ebrei e cattolici hanno conosciuto a partire dal Concilio Vaticano II, in uno spirito di rinnovata collaborazione e al servizio di un mondo che possa essere sempre più in armonia con la volontà del Creatore".