Gentile giornalista Dino Valente, dal tenore e dal risentimento che traspare dal suo articolo, comprendo subito come l’aver testimoniato di un cambiamento positivo dei rapporti fra la cittadinanza attiva e la pubblica amministrazione nella persona del Sindaco è fatto che irrita non poco quelli che Ella (mi è piaciuta l’aulicità del linguaggio) definisce i veri politici.
E’ segno che ho colto nel giusto. E mi fa piacere. L’aver deciso di attaccare sul piano personale la mia storia professionale, relegandomi al ruolo di mero esecutore amministrativo delle decisioni dei “veri politici”, mi lascia tutto sommato indifferente, perché sono troppe le persone, gli atti, le circostanze che dicono di una realtà diversa.
Veda, la politica, la si fa anche scrivendo articoli come il suo. La storia di questa città è colma di politici, “quelli veri”, travolti dalla incapacità di riconoscere e governare il cambiamento.
Non accettero’ un dibattito/polemica con lei su cio’ che è effimero nei fenomeni partecipativi e sulla diversa valenza delle precedenti manifestazioni nel centro storico di questa città , né tanto meno sulla provocazione delle progettazioni finanziate ancora da “mettere a terra” – come dice lei -.
Andro’ a parlarne pubblicamente su un palco – come “i politici veri” – e come peraltro ho sempre fatto per i programmi integrati ed i convegni (tutti decisi solo da me), quando questa Amministrazione presenterà tutte le progettazioni, e non solo quelle già finanziate, alla città.
Questo perché un abisso ci separerà sempre: quello che c’è fra il dire (anzi il dire-male) ed il fare.
Gentile assessore Guglielmo Stasi, chiunque legga la mia risposta alla Sua lettera si renderà conto che non L'ho assolutamente attaccata sul piano personale e tanto meno su quello professionale. Mi sono limitato a ricordare che Ella non si è mai sottoposto al giudizio degli elettori. Spero che lo faccia presto e non si accontenti di essere "nominato" assessore.
Le do atto che Ella ha sempre svolto il Suo ruolo di dirigente del Comune di Galatina con grande professionalità e sa anche che lo penso da sempre. Ciò non toglie che la responsabilità politica dei Suoi atti è sempre stata di chi era stato eletto dai cittadini e non Sua.
Ribadisco che il Suo entusiasmo per l'ovvio ritorno in piazza delle persone (sia in forma attiva come associazioni, sia passiva come persone utenti) dopo il covid si inserisce, a pieno titolo, nell'autocelebrazione di se stessa che sembra, ormai da mesi, la caratteristica fondante dell'Amministrazione di cui Ella fa parte.
Quindi, mi dispiace deluderLa: non ho espresso alcun "risentimento" ma ho semplicemente raccontato la realtà come ormai tento di fare da 42 anni. Purtroppo, Ella lo sa bene, al re dà sempre fastidio sentire anche una flebile voce gridare che è nudo.
Su un fatto concordo con Lei: "un abisso ci separerà sempre: quello che c’è fra il dire (anzi il dire-male) ed il fare". La esorto dunque, (anche in nome della nostra conoscenza da oltre cinquantatre anni) a "fare" senza cedere alla tentazione del "dire- male". Nel mio piccolo continuerò a farlo.(d.v.)
Fra il dire e il fare
